BOLOGNA – Le telecamere che pizzicano la discussione con Sergio Conceicao, il malessere confessato nel dopopartita. In quel Milan-Parma s’è di fatto chiuso il legame di Davide Calabria coi rossoneri iniziato nel 2007; ieri il terzino ha parlato per la prima volta con addosso i colori di un altro club. «Di quanto accaduto in quei giorni non vorrei più parlare, è il passato. Dopo tanti anni un po’ di tristezza c’è, ma sono felice di ciò che ho dato al Milan e di quanto mi vogliono bene le persone a Milanello e attorno – tira le somme Calabria -. Gli ultimi sono stati mesi difficili in cui si sono create situazioni spiacevoli per me; non so se chiamarla rivalsa o voglia di tornare a giocare con continuità ma ora so di essere arrivato nel club giusto, che mi ha voluto, in un ambiente sano con l’energia positiva che ultimamente mi era mancata». Non vuole entrare nei dettagli, ma è chiaro nelle parole, lui che per una vita ha giocato solo in rossonero e ora se n’è andato a gennaio da capitano verso un prestito di sei mesi che concluderà il suo attuale contratto col Milan, «poi se ne riparlerà a fine stagione», conferma il ds rossoblù Marco Di Vaio. Quel tempo determinato non spaventa Calabria, «anzi, il fattore economico è l’ultimo dei miei problemi e fa capire la mia ambizione, avrei potuto accettare lo scorso anno soluzioni a lungo termine, invece sono qui per giocarmi le mie carte in questi mesi perché sono convinto di quel che posso dare».
Prenderà la maglia 14 che aveva nelle giovanili rossonere, negli schemi di Italiano «ho ritrovato il modo di far giocare i terzini del Milan di Pioli, quello in cui ho fatto meglio», nella mentalità porta a Bologna quella di chi è abituato a un solo obiettivo: «Conta vincere. So che la semifinale di Coppa Italia è già un traguardo storico, ma ora dobbiamo giocare per alzare un trofeo». Ci sarà tempo; molto prima, il 26 febbraio, c’è un appuntamento speciale, il recupero col Milan: «Non vedo l’ora, sarà un miscuglio di emozioni e una prima volta che mi carica». Comprensibile dopo 18 anni tutti con la stessa maglia, quella della squadra abbracciata da undicenne negli Esordienti. Con il debutto in prima squadra nel 2015 grazie proprio a Sinisa Mihajlovic. «Dopo una buona tournée estiva nella mia testa c’era l’idea di dover andare via in prestito, invece venne direttamente lui a dirmi “da qui non ti muovi”. Di esperienza poi un po’ ne ho fatta… ».