ISERLOHN — Interno notte, l’Italia ha pareggiato qualche secondo prima una partita che pareva persa e nello studio tv dell’emittente tedesca si sorride, gli italiani se la sono cavata ancora una volta. È a quel punto che qualcuno dice: «Riccardo Calafiori è il miglior giocatore dell’Europeo, finora». Ti spiegano che il giornalista ha detto così e no, non intendeva il migliore dell’Italia. Mentre galoppava palla la piede, scardinando la rigida impostazione dei compagni per servire a Zaccagni il pallone della vita, erano passati solo venti giorni dalla prima volta in cui Riccardo Calafiori aveva vestito la maglia dell’Italia.
Calafiori squalificato: salta la Svizzera
Era il 4 giugno a Bologna, la sua Bologna. Venti giorni dopo l’esordio nessuno ha imbarazzo a chiedersi: come farà l’Italia senza Calafiori? Un cartellino giallo, il secondo del torneo, preso per fermare un contropiede croato toglierà a Spalletti la sua visione di gioco, le sue letture difensive per lo snodo chiave di questa avventura europea: l’ottavo di finale di sabato contro la Svizzera. Buongiorno, oppure Mancini, dipende dal modulo. Ma nessuno oggi è come lui. E chi lo avrebbe mai detto, quando — ed era ieri — non lo chiamavano nemmeno nell’Under 21, o se andava faceva la riserva di calciatori oggi finiti in Serie B.
Calafiori bocciato dalla Roma di Mourinho
Soltanto un anno fa Riccardo da Roma, un ragazzo mancino cresciuto sui campi della Petriana, con San Pietro sullo sfondo, sembrava un talento perduto nel campionato svizzero, al Basilea. E ferito dalla più dolorosa delle bocciature: quella della sua Roma. Gli errori fanno sempre fatica a trovare padri e chi lo scartò oggi è lontano. Il dg Tiago Pinto lo ha regalato agli svizzeri. E José Mourinho aveva bisogno di martiri per la sua guerra santa, dopo un’umiliazione a Bodo/Glimt, con 6 gol presi da una squadra norvegese. «Se ho Reynolds, Kumbulla e Calafiori…» e via alzate di sopracciglia e smorfie, come a dire: è dura con questi.
Calafiori e l’infortunio al ginocchio
Volete sapere quanto ha ricavato la Roma dalla sua cessione? Più o meno due milioni e mezzo. Senza un’opzione per ricomprarlo, perché — dicono — mai convinta delle sue condizioni, nonostante fosse stato il gigante della chirurgia americana Freddie Fu a rimettere insieme i cocci di quel ginocchio esploso che Riccardo aveva solo 16 anni. Lo pensavano anche le squadre a cui veniva proposto — Juve, Milan, Inter, Atalanta — tutte tranne il Frosinone. Ma alla fine fu Basilea. Lì la vita di Riccardo è cambiata. Il problema non era il ginocchio, ma l’alimentazione: una nuova dieta, qualche alimento bandito, nuovi cibi. E poi allontanarsi dalla comfort zone di Roma. Passi verso la crescita.
Sartori e Thiago Motta, gli uomini della svolta
È lì che si è materializzato il Bologna, in un allineamento astrale quasi irreplicabile. Il 31 agosto scorso, quando alla fine del mercato mancavano una manciata di ore e a Thiago Motta serviva ancora un difensore mancino, a Giovanni Sartori è tornato in mente il difensore visto in uno Young Boys-Basilea, mesi prima. Motta gli chiede: «Te la senti di fare il centrale?». Lui non ci pensa nemmeno. Il resto è una storia che conoscete.
Calafiori corteggiato dalla Juventus
Il finale è aperto, tra i corteggiamenti che accrescono la sua valutazione (il Bologna dovrà dare metà dei proventi della sua eventuale cessione al Basilea) e il valore delle pretendenti: si è mossa la Juventus, ora c’è il Real Madrid. E la voglia di fare in modo che le lacrime di Lipsia dopo l’assist non siano l’ultima immagine del suo Europeo.