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Calciomercato chiuso, 30 affari nell’ultimo giorno. L’Italia è tornata spendacciona, mentre Osimhen non trova squadra

Il Napoli in rosso per 150 milioni e con il centravanti ancora a libro paga. Fiorentina, tre colpi. La Roma prende Koné

Il mercato è rimasto vivo fino all’ultimo, d’altronde era un bel pezzo che le estati della Serie A non erano così frizzanti e con così tanto denaro a circolare, anche se poi i bilanci restano profondamente rossi per un bel po’ di squadre: l’ultimo giorno ha portato 30 operazioni — mai così tante — e un campione di caratura internazionale come McTominay, che il Napoli ha preso per 30 milioni dal Manchester United prima di comprare anche Gilmour dal Brighton. Abbiamo avuto il coraggio di andare a pescare in Premier, da dove sono arrivate altre vedette come Lukaku, Douglas Luiz, Varane: in totale, dall’Inghilterra abbiamo importato 12 giocatori.

Tutti gli affari dell’ultimo giorno di mercato

Nell’ultimo venerdì di trattative s’è mossa rumorosamente pure la Roma, che dopo aver rinunciato a Danso, le cui visite mediche non hanno convinto (come quelle di Djalò), e perfezionato col Milan lo scambio di prestiti Abraham-Saelemaekers, ha speso 20 milioni per Manu Koné, centrocampista francese del Borussia Moenchengladbach, giovane e forte. La Fiorentina, già sull’orlo della crisi, di giocatori ne ha presi addirittura tre, Gosens, Bove e Cataldi, anche se alla fine s’è parlato molto soprattutto degli affari non fatti: Osimhen non è andato in Arabia, nonostante giovedì sembrassero tutti d’accordo (70+10 milioni per il Napoli, 40 l’anno per lui), e nemmeno al Chelsea, che non ha soddisfatto le pretese economiche del nigeriano, mentre Rabiot continua a rimanere un giocatore disoccupato, visto che il Milan non è riuscito a liberargli il posto vendendo Bennacer, che interessava a Marsiglia e Atletico. Ma non sono ancora affari risolti, visto che il mercato arabo resta aperto (e potrebbe coinvolgere proprio Bennacer) e che per gli svincolati non ci sono limiti temporali al tesseramento.

Le cifre del calciomercato

A livello mondiale il mercato ha subito una contrazione di circa un miliardo, dovuta principalmente al fatto che gli arabi hanno di molto contenuto le loro folli spese (-700 rispetto a un anno fa) e che in Premier la crisi comincia a mordere. Rimane il campionato che spende (e incassa) di più, ma ha quasi dimezzato il disavanzo negativo. Il City, per dire, ha un saldo positivo di 116 milioni pur essendo stato protagonista, ma stavolta al contrario, dell’affare più caro dell’estate, la cessione di Alvarez all’Atletico per 75 milioni. Così, le uniche leghe in controtendenza rispetto all’andamento mondiale sono le due Serie A, quella brasiliana, dove le spese sono aumentate del 130% per cento (c’è stato l’ingresso massiccio di proprietà straniere e in più sono già stati i investiti i soldi del prossimo Mondiale per club) e quella italiana, la seconda più spendacciona dopo la Premier (siamo attorno al miliardo) ma soprattutto una delle poche che ha aumentato il disavanzo negativo, quasi raddoppiato: in attesa dei conti definitivi, è salito da 140 a 300 milioni. Le cause sono almeno tre: i soldi piovuti sul nostro campionato grazie alle cinque squadre in Champions, e alle otto nelle coppe; tre grandi — Juventus Napoli e Roma — che negli ultimi anni avevano pensato prima di tutto a rientrare dalle spese hanno pesantemente messo mano al portafoglio; la prodigalità di due neopromosse come Como e Parma, che hanno tirato fuori un’ottantina di milioni.

Mbappé e Dani Olmo i colpi migliori in Europa

Non è stata un’estate di colpi sensazionali, in ogni caso. Il più eclatante, Mbappé al Real (ma a costo zero), era già roba vecchia quando il mercato ha aperto e l’unico giocatore da zone alte del Pallone d’oro ad aver cambiato squadra è probabilmente Dani Olmo, dal Lipsia al Barcellona per 55 milioni. Dei 15 acquisti più cari due sono della Juventus (Douglas Luiz e Koopmeiners), anche se il Napoli è la squadra che si è esposta di più (-150 milioni, in attesa di sapere cosa sarà di Osimhen) assieme alla Roma (sfiora quota 100) e ai bianconeri, che all’ultimo hanno rinunciato a Sancho ma ai circa 60 milioni di passivo (le cifre sono approssimative per le mille variabili che comportano i bonus) devono aggiungerne più o meno altrettanti per il riscatto dei prestiti di Gonzalez, Di Gregorio e Kalulu (non obbligatorio, questo), che scatterà tre un anno.

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