White Sulphur Springs – Andrea Cambiaso, lei è uno dei pochi azzurri che un Mondiale di sicuro lo farà. Può bastarle?«È una bella opportunità il Mondiale per club, ma dobbiamo tornare in America anche l’anno prossimo. L’altro giorno alla Continassa John Elkann ci ha fatto un bel discorso dicendoci che è un grandissimo privilegio essere qua, soltanto due squadre italiane sono presenti, quindi questa competizione vogliamo affrontarla bene e faremo il possibile per vincere».
Ma il giocatore abituato alla Champions e ai campionati ad alto livello quale percezione ha di questo torneo? Ha abbastanza fascino da farvi scordare la stanchezza?«Non lo sappiamo nemmeno noi perché sarà tutta una sorpresa, visto che è la prima volta in assoluto che lo facciamo. E anche per questo è un privilegio esserci. Ci arriviamo stanchi come tutti, ma è il nostro lavoro e ormai non si tornerà più indietro».
Cosa intende?
«Che più andremo avanti e peggio sarà, sono dell’idea che non si arriverà mai a un punto in cui diremo va bene, adesso giochiamo meno. Penso anche che la carriera dei calciatori sia destinata ad accorciarsi, basta pensare che Yamal a 17 anni ha già giocato più di 100 e passa partite. Quindi niente, dobbiamo solo tirare dritto, lavorare e cercare di affrontare le partite nel migliore modo possibile, anche se è difficile mantenere la qualità alta».
Comolli ha rispolverato il concetto dell’ossessione per la vittoria? Vi ossessiona, dunque?«La percepisci in ogni angolo della Continassa. Penso anche alla cravatta che aveva John Elkann quando ci ha parlato, era decorata con tutti i trofei vinti dalla Juve. Dobbiamo fare in modo di regalargliene una nuova… Intanto, qui cercheremo di vincere ogni partita, è quello che ci ha chiesto».
Dove può arrivare la Juventus in questo Mondiale?«È difficile dirlo, se ne sa veramente poco per stabilire un obiettivo. Pensiamo a passare il girone. In queste competizioni che durano un mese, se azzecchi un paio di partite in un attimo ti trovi al round finale».
Chi sarà la vostra guida in campo?«Ne abbiamo più d’una ma il futuro è tutto di Yildiz: può veramente diventare un fuoriclasse».
È vero che la squadra è rimasta contenta della conferma di Tudor?«Assolutamente sì. Si è presentato molto bene, ci ha aiutato molto in una momento difficile, ha meritato di restare e noi siamo contenti con lui. Sinceramente non so cosa non abbia funzionato con Thiago Motta, un anno fa non avrei mai detto che sarebbe andata così e mi dispiace, perché è un grandissimo allenatore. Qualcosa non è scattato, mentre Tudor ha toccato i tasti giusti, ha fatto un lavoro più mentale e ci ha dato nuova vita. E adesso si potrà lavorare anche molto di più tatticamente».
A proposito di allenatori, Allegri e Guardiola l’hanno chiamata?«Ma no, io non ho sentito nessuno».
Quindi resterà alla Juve al 100%?«Non si può mai dire, però io sono felice qui, so che i dirigenti e il mister stravedono per me e io non ho mai chiesto di andare via».
Si sente di poter diventare un leader?«Sono cresciuto dal punto di vista personale e mentale, perché la seconda parte della mia stagione è stata molto difficile».
Solo una questione fisica o c’è dell’altro?«Solo fisica. Ho 25 anni e gioco nella Juventus, come potrei avere problemi di testa?»