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Campionato a passo lento: lo scatto del Toro, la fatica delle grandi nella A più incerta degli ultimi anni

I granata sono in testa alla classifica da soli dopo 47 anni. Dalla Juve all’Inter, perché le grandi stanno stentando

La classifica bisogna leggerla attraverso i punti che mancano: Roma, Fiorentina e Bologna hanno vinto una sola partita (tutte in questo weekend, tra l’altro), Lazio e Atalanta ne hanno già perse due, la Juve non segna da tre, Inter e Milan vanno a zig zag. Così da questa strana partenza al rallentatore del gruppo ancora troppo compatto è emerso il Torino, che non stava da solo in testa da 47 anni, campionato 1976/77, quello che finì con la Juve a 51 punti e i granata a 50 sui 60 disponibili. La linearità della squadra del debuttante Vanoli — pareggio-vittoria-vittoria-pareggio-vittoria — non l’ha avuta nessuno. Le protagoniste dell’ultimo torneo, quelle che adesso fanno le coppe, singhiozzano tutte, chi per un motivo chi per l’altro, chi in un modo chi nell’altro.

La regolarità del Napoli

La regolarità l’ha invece raggiunta il Napoli e, dopo aver buttato nel dimenticatoio il campionato passato, Conte ha trovato risultati, poi il gioco, quindi la rotta. Di sicuro, succede di rado che le grandi lascino per strada così tanti punti in così poco tempo. Era dal 2011/2012 (in testa Juve e Udinese), che nessuno aveva fatto più di 11 punti dopo 5 giornate (si contano quelle della 2ª alla 6ª, perché la prima saltò per sciopero e venne recuperata a dicembre): non sarebbe nulla di catastrofico se non si notasse che, da allora a oggi, solo due squadre hanno poi vinto lo scudetto dopo un avvio così lento, vale a dire l’Inter del 20/21 (aveva 10 punti) e la Juventus del 15/16, che languì fino a novembre e poi vinse 25 partite su 26. È ben difficile che sia il Torino a confermare la tendenza, ma i granata (che oggi scendono in campo da primi della classe in un turno di coppa Italia ancora privo delle cosiddette big) possono comunque trarre ragioni di ottimismo: chi era in testa alla 5ª è sempre poi finito in Champions, tranne l’Atalanta 2022/23, che arrivò quinta. Se si vuole andare a cercare un’altra inattesa capolista solitaria bisogna risalire al 2011 (l’Udinese all’8ª) o al 2009 (Sampdoria alla 6ª). Entrambe si guadagnarono l’Europa nobile.

Lo scatto di Udinese ed Empoli

In questa strana classifica brillano anche Udinese e Empoli (ma l’anno scorso D’Aversa aveva 11 punti col Lecce), mentre si fatica a rintracciare un denominatore comunque tra le grandi che tossicchiano. Avrebbe potuto essere il mercato, con la precarietà delle prime tre giornate, che Juve, Milan, Napoli e Roma hanno giocato quando molti uomini chiave non erano stati ancora comprati, ma come può valere per l’Inter, che non ha cambiato né allenatore né struttura, non ha fatto acquisti né cessioni last minute eppure è una squadra sfilacciata come quelle in assemblaggio? Il capocannoniere uscente, Lautaro, non ha ancora segnato, il vice Vlahovic è fermo dalla seconda giornata.

La Juve dei tre 0-0

La strada verso la quadratura del cerchio l’ha dunque imboccata solo il Napoli, anche se il modulo suggerito dall’innesto di un fuoriclasse come McTominay è stato presentato per la prima volta tre giorni fa. Il Milan non sa ancora cosa siano gli equilibri, la Juve lo sa fin troppo bene ma rischia la sindrome dell’iperguardiolismo: da quasi 3000 passaggi ha ricavato appena 17 tiri in porta, 7 dei quali rifilati al Como nell’allegra partita d’esordio. Bologna e Fiorentina devono ancora superare la vedovanza dai due allenatori che avevano cambiato loro la vita, Thiago Motta e Italiano, mentre alla Roma Juric sta ricominciando da capo e all’Atalanta scontano gli effetti di un’estate infida, rovinata da dissidenti e infortuni. Non c’è un solo club con l’anima in pace e non lo sarebbe neanche il Toro, ma forse è proprio questo il suo vantaggio: l’anima ha bisogno di averla in subbuglio e la veemente contestazione a Cairo (per la sua avarizia programmatica e sentimentale) ha riacceso la passione come da anni non accadeva. Che campionato illogico, quindi bellissimo.

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