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Caressa contro Adani: “Guarda il mondo soltanto con i suoi occhiali”

Nel podcast “Supernova” di Alessandro Cattelan, il giornalista di Sky ha alimentato la polemica a distanza con l’opinionista tv

Ospite del podcast “Supernova” di Alessandro Cattelan, Fabio Caressa ha riposto a una domanda su Daniele Adani, con cui è in atto una polemica a distanza che dura da mesi: “Lele – ha detto il giornalista di Sky – è uno preparato, uno che studia. Poi ognuno può avere le sue idee. E io gliel’ho detto, lo posso anche ridire: Lele è una persona che ogni tanto, secondo me, guarda il mondo con i suoi occhiali. Mentre invece, secondo me, un commentatore deve guardare il mondo per come è. Deve analizzare ciò che è, non ciò che lui pensa che sia, sono due cose diverse”. E ancora: “Litigi tra noi? Io non litigo con nessuno, ho una maniera di comunicare diversa rispetto a loro, ogni tanto a loro scende la catena. Sui social non c’è un filtro, una mediazione, che invece in tv c’è”.

La stoccata di Adani durante Norvegia-Italia

La polemica era nata dopo le dichiarazioni di Caressa quando l’Italia era stata sorteggiata nel girone delle qualificazioni mondiali con la Norvegia. Secondo il giornalista di Sky, un ostacolo non così difficile da superare: “Haaland è stato annullato da Gatti, la Norvegia che non fa i Mondiali dal 1998, non fa gli europei dal 2000. Se dobbiamo avere paura della Norvegia, stiamo a casa”. Adani aveva pesantemente criticato queste considerazioni, scendendo anche sul personale in modo volgare, e ha poi rincarato la dose quando gli azzurri di Spalletti sono stati sconfitti 3-0 nello scorso diretto del 6 giugno a Oslo: “Chi conosce il calcio in maniera seria – il commento di Adani durante i minuti finali dell’incontro – conosce i campionati, ha rispetto del gioco e controlla, anche per professione, no?, il valore dei calciatori, sa e sapeva che era una sfida difficile”.

Caressa: “Beckham è un gran signore”

Nella chiacchierata con Cattelan, Caressa ha parlato anche di David Beckham e di Pep Guardiola: “Un signore come Beckham non l’ho mai conosciuto. Sarà forse anche la sua natura inglese. Poi lui è uno che è molto cresciuto, non veniva dalla nobiltà, ma dalla working class”. Completamente negativo il giudizio sul tiki-taka. “La squadra che ho odiato di più in tutta la carriera è stato il Barcellona di Guardiola. Non mi ha divertito per niente, così come tutto quel periodo di passaggi infiniti. Fare le telecronache di quelle partite era noiosissimo. Quanti nomi devi dire, perché continuano a passarla, sempre due che si passano la palla. Alla fine stavo zitto, non se ne poteva più. Poi non era tanto il Barcellona e Guardiola, quanto i guardiolati. C’erano molti che provavano a giocare come Guardiola, ma non avevano neanche quella pressione, quella cosa che faceva il Barça. Non c’avevano Messi, che non è una cosa da poco”

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