Appiano Gentile – Il classico Italia-Germania in versione doppia (andata giovedì 20 a San Siro, ritorno domenica 23 a Dortmund) è lo spartiacque tecnico per la Nazionale di Spalletti sulla strada verso il Mondiale 2026, che l’Italia, spettatrice delle ultime due edizioni, stavolta non può sbagliare. Superare i tedeschi nei quarti di finale della Nations League significherebbe accedere a un girone di qualificazione di sole quattro squadre, meno faticoso sul piano logistico a cominciare da settembre, mentre l’eventuale mancato accesso alle semifinali della Nations, che si giocheranno a giugno, comporterebbe l’ingresso in un girone da 5 squadre, che partirebbe sempre a giugno. Al di là delle valutazioni sul calendario più o meno intasato, il vero giudizio è tecnico sulle avversarie da affrontare, che sembrano in verità equivalersi. Nel girone A, quello a 4, gli azzurri si ritroverebbero con Slovacchia, Irlanda del Nord e Lussemburgo. Il girone I, a 5, prevede invece i duelli con Norvegia, Israele, Estonia e Moldova. Di tutte le potenziali rivali la Norvegia di Haaland è in teoria l’ostacolo più alto, ma nessuna pare comunque insormontabile per la conquista del primo posto, che dà l’accesso diretto al Mondiale.
Spalletti e l’abbondanza a centrocampo
Il ct vuole comunque la semifinale della Nations, perché eliminare la Germania, in netta ripresa sotto la guida di Nagelsmann, darebbe all’Italia una dimensione internazionale consolidata: dopo il 3-1 di settembre al Parco dei Principi con la Francia, la sconfitta al ritorno a San Siro lo scorso novembre con lo stesso punteggio non ha minato l’autostima della squadra, però ha riproposto qualche dubbio tecnico. La Germania, ancora al Meazza, offre dunque l’occasione per riprendere quota. Nel frattempo il centrocampo e l’attacco, punto debole negli ultimi anni, si stanno rivelando i due reparti col maggior numero di nuove alternative. Lo dimostra questa stessa convocazione. Per il ruolo di centravanti ce ne sono tre: a Retegui e Kean, la cui stagione è stata fin qui eccellente, si è aggiunto Lucca. Nel centrocampo a 5, invece, la scelta si è fatta più ampia. Malgrado l’assenza di Dimarco per infortunio e il dubbio sulle condizioni di Cambiaso, che sarebbe il candidato a giocare al suo posto traslocando dalla fascia destra alla sinistra, le due novità nelle convocazioni – il torinista Casadei e l’atalantino Ruggeri – attestano l’abbondanza nel settore più nevralgico.
Un centrocampo di lusso
Le ipotesi di formazione sono tante e confermano proprio l’imbarazzo della scelta, condizione ideale per un commissario tecnico. Davanti all’intoccabile capitano Donnarumma, reduce dalla notte di gloria dei rigori parati al Liverpool per portare il Psg nei quarti di finale della Champions, il trio classico di difesa sarebbe quello composto da Di Lorenzo, Bastoni e Calafiori, mentre il terzetto base di centrocampo sarebbe Barella-Ricci-Tonali, con il numero 8 euforico per il titolo appena vinto col Newcastle, la Coppa di Lega nella finale di Wembley contro il Liverpool. I dubbi su Cambiaso portano però a varie ipotesi, se lo juventino non dovesse recuperare: Politano o Di Lorenzo (con l’innesto di Buongiorno in difesa) a destra, a seconda che l’assetto sia più o meno offensivo, e Udogie o Bastoni a sinistra. In avanti, da centravanti, il ballottaggio classico è tra Retegui e Kean, con Barella o Raspadori alle spalle come rifinitori.
Con Casadei più forza fisica
I due esordienti, alla prima convocazione, hanno nel frattempo manifestato l’intenzione di non volere essere semplici comparse. Casadei, talento ceduto dall’Inter al Chelsea e poi tornato in Italia col Torino, ha in effetti le caratteristiche del centrocampista fisico che Spalletti ha detto di cercare: “Tutto sta arrivando molto in fretta, ricevere complimenti dal ct è un motivo di orgoglio. L’esperienza all’estero mi ha dato tanto. Dopo due anni d’Inghilterra sono una persona e un calciatore diverso. Il calcio inglese è diverso? Una differenza di sicuro è l’intensità. Io sono un centrocampista che si inserisce in avanti, penso e spero di potere essere utile. Il paragone con Tardelli? Mi sono informato, ho visto l’urlo della finale al Bernabeu”. Ruggeri ha raccontato il suo percorso: “Sinceramente aspettavo di potere entrare in questo gruppo da un po’ di tempo, era un mio obiettivo. Io cerco sempre di migliorarmi. Essere qui è un privilegio. L’eliminazione dell’Atalanta dalla Champions? Col Bruges non eravamo al top fisicamente e abbiamo pagato questo problema. Ma ormai è andata, come anche la partita con l’Inter. Anche se c’è rammarico, penso al presente e a questa grande occasione con la Nazionale”.