Sono dichiarazioni di sgomento quelle del Presidente della Figc, Gabriele Gravina, anche perché in queste ore sta emergendo un quadro criminale inquietante intorno alla figura del Procuratore Capo degli arbitri, Rosario D’Onofrio. “Ho subito chiesto riscontro al presidente Trentalange sulle modalità di selezione del Procuratore, – ha dichiarato Gravina – in quanto la sua nomina è di esclusiva pertinenza del comitato nazionale su proposta del presidente dell'Aia. Una cosa è certa, la Figc assumerà tutte le decisioni necessarie a tutela della reputazione del mondo del calcio e della stessa classe arbitrale”.
In queste ore sono state rese note da Repubblica le trame investigativa del Dda che hanno portato all’arresto di 42 persone. Rosario D’Onofrio è stato infatti intercettato mentre faceva da corriere della droga, trasportando carichi di “ganja” nel baule dell’auto. “Rambo”, questo era il nomignolo con il quale D’Onofrio era conosciuto negli ambienti dei trafficanti, gestiva il traffico di ingenti quantità di droga sulla rotta Spagna – Italia: non una vittima quindi, ma un vero e proprio gestore integrato perfettamente negli ambienti criminali. Durante il periodo del lockdown avrebbe consegnato la droga a bordo della propria Volvo, vestito da militare (la divisa gli sarebbe stata prestata da un amico), per non destare sospetti ai posti di blocco. Non solo corriere, D’Onofrio avrebbe gestito i pagamenti ai fornitori spagnoli organizzando una serie di riciclaggi attraverso una banda cinese che operava a Milano. In più era l’addetto ai pestaggi. In una intercettazione di messaggi criptati si legge una dichiarazione di “Rambo” dai contorni inquietanti: “Ma tu non puoi immaginare quante gliene ho date".