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Caso ultrà di Inter e Milan, gli atti in Procura Figc: aperta l’inchiesta sportiva

Chiné aveva chiesto le carte il 1° ottobre. I club escludono il coinvolgimento delle società. Ma l’avvocato Tortorella: “Probabile la contestazione della slealtà sportiva”

MILANO — Oltre all’inchiesta penale, quella sportiva. La procura della Figc ha ricevuto gli atti sull’indagine penale milanese che ha portato all’arresto di 19 ultrà di Milan e Inter. Il procuratore federale Giuseppe Chiné vuole accertare se ci siano violazioni del codice di giustizia sportiva da parte di tesserati dei due club milanesi o delle società stesse, che il procuratore capo di Milano, Marcello Viola, ha però detto essere «danneggiate da questa vicenda». L’inchiesta milanese “Doppia Curva” riguarda il commercio di biglietti, le richieste di denaro a cui sarebbero stati sottoposti con minacce i gestori dei baracchini intorno a San Siro e i legami con la ‘ndrangheta calabrese. Le ipotesi di reato comprendono l’associazione per delinquere e l’estorsione. Dopo l’arresto dello storico capo ultrà interista Andrea Beretta, accusato dell’omicidio di Antonio Bellocco, altro capo della curva, in un capannone in provincia di Milano sono stati trovati pistole, kalashnikov, bombe a mano. Si ritiene fossero l’arsenale dei gruppi ultras.

Il ministro Abodi: “Un fenomeno drammatico”

Il ministro per lo sport Andrea Abodi parla di «fenomeno drammatico» e aggiunge: «Parliamo di criminalità organizzata, che ha generato morti. Una dimensione che non immaginavamo». I pm milanesi hanno sentito come persone informate sui fatti, fra i nerazzurri, anche l’allenatore Simone Inzaghi, il calciatore Hakan Calhanoglu e il vicepresidente Javier Zanetti, a cui gli ultras avevano chiesto biglietti. Richieste di cui l’Inter avrebbe avvisato al tempo la questura, tramite Pec. Del Milan è stato sentito il capitano Davide Calabria, che avrebbe incontrato il capo ultrà Luca Lucci anche lui arrestato. La procura federale potrebbe contestare a tesserati e dirigenti la violazione de’l’articolo 25 del codice di giustizia sportiva, che vieta i rapporti con le tifoserie organizzate. Oltre a sanzioni pecuniarie sono possibili squalifiche e deferimenti. I club escludono che possano invece essere coinvolte le società, che la procura milanese ha indicato come danneggiate.

L’avvocato Tortorella: “Possibile coinvolgimento dei club”

Di parere diverso è Flavia Tortorella, avvocato esperto di diritto sportivo, secondo cui non solo Milan e Inter potrebbero essere coinvolte, ma la procura della Figc potrebbe contestare la violazione, più grave, dell’articolo 4 del codice: “In virtù della probabile contestazione sulla violazione della triade lealtà, correttezza e probità, il ventaglio delle sanzioni applicabili in concreto risulta particolarmente ampio. In questi casi, risulta utile guardare alle decisioni intraprese in ipotesi similari. Premesso che il potere discrezionale del giudice deve rispettare il principio di dosimetria sanzionatoria, guardando alla giurisprudenza, abbiamo assistito all’applicazione di inibizioni e multe per i dirigenti e per i tesserati coinvolti. Per i club sono state applicate ammende particolarmente gravose. E in alcuni casi si è decisa la chiusura del settore di appartenenza delle tifoserie per una gara di campionato. Difficile prevedere la quantificazione della sanzione, ma ritengo la tipologia piuttosto prevedibile”.

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