Roma – Eccola, la Lazio del Comandante. Trascinata dai suoi fedelissimi, Guendouzi e Zaccagni, e da uno straordinario Castellanos (un gol e due assist), ha travolto il Verona all’Olimpico (4-0, a segno anche Dia). Due reti in 10 minuti, tre in un tempo, e Sarri finalmente può sorridere dopo un’estate tremenda per il blocco totale del mercato e il pessimo esordio di Como: “Ho visto la reazione che volevo”, ha detto il tecnico. I primi due gol rappresentano la sintesi di quello che ha chiesto ai suoi ragazzi in settimana: qualità e aggressività.
«La cronaca della gara»
Il gran lavoro di Castellanos
Sull’1-0, gran lavoro di Castellanos: controllo e sponda a premiare l’incursione di Guendouzi, che di piatto trova facilmente l’angolo alla destra di Montipò. Così il francese ha risposto a Deschamps, ct della Francia, che ha misteriosamente deciso di escluderlo dalla nazionale. Non segnava all’Olimpico, “Guendovunque”, addirittura dal 5 dicembre 2023, contro il Genoa in Coppa Italia. Anche Zaccagni si è sbloccato dopo una lunga astinenza in Serie A davanti al proprio pubblico: il 24 novembre 2024 al Bologna l’ultima rete. Altra azione spettacolare, con l’assist di rabona confezionato da Castellanos, ispiratissimo nel servire palle deliziose ai compagni e determinato nel pressing: Sarri apprezza non poco queste qualità del Taty. Di sicuro, quella rabona in occasione del secondo gol è il colpo di genio di un calciatore dotato di una tecnica speciale. Al 41′ altra perla del centravanti: punizione laterale di Rovella e stacco di testa alla Riedle di Castellanos, che torna a colpire all’Olimpico in campionato, non accadeva dal 9 febbraio. Formidabile la prova dell’argentino nella duplice veste di regista offensivo – anche un passaggio-luce per Cancellieri prima del gol – e cannoniere.
Sarri ha ritrovato la sua Lazio
Ma al di là della prova di Taty, ieri sera per la Lazio contava soprattutto rassicurare Sarri sul proprio valore, riscattando la sconfitta di Como. Particolarmente felice alla fine capitan Zaccagni, che ha rischiato di non giocare per una fastidiosa febbriciattola che lo ha tormentato alla vigilia. Strepitoso per qualità il suo primo tempo: Sarri gli aveva chiesto di alzare il livello, l’ala lo ha subito accontentato. Benissimo anche Rovella in regia e Marusic nel ruolo di terzino destro. Devono migliorare Tavares e Dele-Bashiru.
Lo striscione della Curva Nord
Va detto, però, che l’imbarazzante prova della difesa del Verona ha agevolato il compito della Lazio, quindi serve la controprova dopo la sosta contro il Sassuolo. Molto probabilmente saranno esclusi dalla lista Serie A Gigot e Basic. Prima della gara, ieri, tanti tifosi hanno partecipato al corteo di protesta nei confronti della società partito da Ponte Milvio: allo stadio, altri cori offensivi diretti al presidente e in curva Nord un lungo striscione che conteneva tra le altre, evidenziate, le parole “credere, obbedire, combattere”, motto fascista. Durante la partita i 40mila spettatori hanno sostenuto la squadra, che all’Olimpico ha ritrovato una vittoria che in Serie A mancava dal 9 febbraio.
Lazio – Hellas Verona 4-0 (primo tempo 3-0)
LAZIO (4-3-3): Provedel 6 – Marusic 7 (39’ st Hysaj sv), Gila 6.5, Provstgaard 6.5, Tavares 6 (20’ st Pellegrini 6) – Guendouzi 7, Rovella 7.5, Dele-Bashiru 6 (dal 32’ st Belahyane 6.5) – Cancellieri 6, Castellanos 8 (dal 32’st Dia 7), Zaccagni 7.5 (dal 20’st Pedro 6.5). All.: Sarri 7.5
HELLAS VERONA (3-5-2): Montipò 4 – Nunez 4.5, Nelsson 4, Ebosse 5 ( 1’st Frese 5.5) – Cham 5 ( 1′ st Bella Kotchap 5.5), Serdar 5, Bernede 6 (24’ st Belghali 6), Harroui 5 (1’st Elmusrati 5), Bradaric 5 – Giovane 4.5 Sarr 5 (32’ st Mosquera sv). All.: Zanetti 4
Arbitro: sig. Valerio Crezzini – sez. Siena 6Reti: 2’pt Guendouzi (L), 10’pt Zaccagni (L), 41’pt Castellanos (L), 36’st Dia (L)