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Ceferin attacca di nuovo: “Agnelli un falso amico, si nascondeva”

Il presidente Uefa: “Mi ha detto che non era vero, ha sfruttato la nostra amicizia”

Il presidente della Uefa Aleksander Ceferin ad Apple Tv ha ripercorso la vicenda Superlega e la fine della sua amicizia con Andrea Agnelli: "Quel sabato 17 aprile mi sono alzato presto, quindi, poi ho ricevuto una telefonata da un esponente del settore che mi informava che era tutto pronto per la Superlega e che l’avrebbero annunciata quel giorno o al massimo quello dopo. Ero molto arrabbiato. Ho subito chiamato Agnelli e gli ho detto che avevo sentito parlare di Superlega. Lui mi ha detto che non era vero, che erano solo dei rumors. A quel punto gli ho risposto di indire una conferenza stampa per smentire il tutto e ribadire che ECA e UEFA erano uniti verso la riforma del calcio. Lui mi disse che non c’era nessun problema e mi ha chiesto di preparare una bozza di comunicato da fargli avere".

"A un certo punto non riuscivo a chiamare Agnelli, ho chiamato la moglie e me lo sono fatto passare. Lui mi ha detto che il comunicato non era granché e che voleva cambiare dei passaggi. Mi ha detto cambio un paio di cose e ti richiamo. Dalla voce sembrava agitato ma volevo convincermi che era solo una mia paranoia ingiustificata. Non mi ha richiamato, ho provato a richiamarlo due ore dopo ma il telefono era staccato, ho capito che si stava nascondendo. Non mi aveva detto la verità, ho capito che mi aveva tradito. In tanti mi hanno detto “sei sicuro di poterti fidare di lui” e non li ho ascoltati, ero accecato dall’essere suo amico. Non puoi mentire così nemmeno negli affari, c’è un codice di condotta".

"In Svizzera c’erano 55 federazioni, c’era grande agitazione ma ho provato a tranquillizzarli nascondendo i miei veri sentimenti. C’era grande confusione, continuavo a pensare fino a che non abbiamo trovato la soluzione di affrontare subito la questione. Volevo attaccarli direttamente. Avevo speranza che le squadre sarebbero rinsavite, l’obiettivo era mettere pressione insostenibile sulle squadre per spingerle ad abbandonare il progetto. Ho sentito una delle squadre membre e gli ho detto che se avesse accettato saremmo diventati nemici. Lotterò fino alla fine andrò fino in fondo, così è iniziata la guerra per il calcio".

"Bisogna ammettere i propri errori, così come le nove squadre (Inter, Milan, Atletico Madrid, Liverpool, Manchester City, Chelsea, Manchester United, Arsenal e Tottenham, ndr) hanno ammesso il loro errore di entrare in un progetto fasullo, io posso ammettere di avere avuto un falso amico".

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