Cagliari – Cesare Poli se ne è andato poco prima delle venti di venerdì. Otto mesi scarsi dalla dipartita del suo amico bomber, Gigi Riva: “Guarda che tu fai tanti gol solo perché non ti marco io!” era una delle battute più gettonate di Cece, diminutivo coniato da Rombo di Tuono e Beppe Tomasini. “Era il nostro dodicesimo titolare, la sua capacità di ricoprire più ruoli lo ha portato ad esserlo. Amico di tutti e forte fisicamente” era stata la scheda coniata dal bomber del Cagliari e della nazionale per il docufilm “Nel nostro cielo un rombo di tuono” di Riccardo Milani.
L’arrivo al Cagliari nel 1969
Vicentino di Breganze, approda nel 1969 al Cagliari dall’Inter, nello scambio geniale del vicepresidente rossoblù Andrea Arrica che diede Boninsegna ai nerazzurri e portò in Sardegna, con Poli, anche Domenghini e Gori. In città ha giocato in due tappe, dal ‘69 al 1971, e dal 1973 al 1975 a seguito della seconda parentesi con il Vicenza. Classe ’45, buone esperienze giovanili nell’atletica prima di passare al calcio, il terzino di piede destro non stava benissimo. “La scomparsa della moglie Grazia l’aveva ferito in profondità. Si sentiva solo”, ricorda Sandro Camba, amico fraterno degli ex rossoblù dello scudetto.
Il dolore per la scomparsa di Riva
Cesare Poli aveva incassato piuttosto male anche la scomparsa di Riva. Legatissimi, dalla residenza assistenziale di Frutti d’oro, sul litorale per Villasimius, aveva comunicato agli amici di sempre, tra le lacrime, il suo saluto al mancino che non si scorda. “Era una persona tranquilla, sempre disponibile, l’avevamo allenato a scherzare perché era un tantino chiuso” commenta con la voce rotta dalla commozione Beppe Tomasini, capitano dello scudetto. “Sì, era alla mano e aveva un’ottima memoria: ricordava perfettamente gli attaccanti che gli avevano fatto gol e quelli a cui aveva nascosto la palla” aggiunge Sandro Camba. Cesare Poli ha collezionato con quel Cagliari che ha portato nel ‘69/70 il tricolore nell’isola, 99 presenze. Undici l’anno dello scudetto. Si contendeva la maglia con Zignoli e Mancin.
Un rincalzo di lusso per il Cagliari dello Scudetto
Per quel gruppo guidato da Manlio Scopigno era un rincalzo di lusso, poteva giocare anche da mediano e da difensore puro. Apprezzato dai tecnici sia per l’eclettismo sia per le ottime qualità atletiche e agonistiche. “Appese le scarpe a qualche tipo di muro” come canta Francesco De Gregori, si era stabilito in città. Dopo Riva, l’addio di un altro degli eroi del titolo ha scosso la tifoseria, i compagni e gli amici. Il Cagliari ha postato un ricordo che ne evidenzia le scelte dopo lo stop: “Poli non ha più voluto dare un solo calcio al pallone, nemmeno con qualche squadra amatoriale. Non ha mai fatto mistero di amare più l’atletica del calcio. Ciao Cece, per sempre cuore rossoblù”. Cesare lascia i figli Giuseppe e Giorgia. Lunedì pomeriggio si terranno i funerali.