LONDRA – “Mister 130 milioni” si presenta il ciabatte, con le iniziali “MC”. Ossia Moisés Caicedo, l’acquisto più caro della storia del Chelsea, ma che da bambino ha dovuto sopravvivere a povertà e indigenza. Ultimo di dieci figli di una famiglia povera di Santo Domingo, in Ecuador, l’allenatore locale Iván Guerra lo nota da bambino mentre giocava nella terra con le pietre al posto delle porte. Gli compra un paio di scarpini e da allora inizia la straordinaria carriera del piccolo Moisés. Ancora oggi, quando Caicedo torna in Ecuador, si diverte sempre a giocare con altri ragazzini poveri in strada e ha già donato fondi per costruire nuove infrastrutture.
Oggi, dopo due anni al Brighton che l’ha rivenduto ai Blues per una cifra astronomica nel 2023, Caicedo è una colonna del Chelsea. Nonostante abbia ancora soltanto 23 anni. Difatti ha giocato tutte le 38 partite di Premier League quest’anno, e tutte da titolare. Lo incontriamo a Cobham, al campo di allenamento del Chelsea in Surrey, prima della finale di Conference League di stasera (ore 21) a Breslavia contro il Betis di Manuel Pellegrini. E, come con De Zerbi al Brighton, anche qui il suo mentore è un italiano: Enzo Maresca.
Caicedo, quanto ha imparato dal suo nuovo allenatore?”Ho imparato moltissimo quest’anno da Maresca. Anche perché il mister da giocatore aveva un ruolo simile al mio, e questo mi ha aiutato molto a crescere a centrocampo. Sono molto contento di lui”.
Anche perché Maresca la considera un titolare inamovibile…”Giocare tutte le partite è una ricompensa per me di tutto quello che ho fatto per arrivare fino a qui”.
E intorno a lei ci sono giocatori come Fernandez e Palmer. La aiuta questo?”Enzo e Cole sono calciatori spettacolari, e ogni giorno ci intendiamo sempre di più. La cosa bella è che parliamo oramai poco in campo. Perché molte volte ci intendiamo solo con lo sguardo”.
Come arrivate a questa finale di Conference?”È un’altra finale, come quella contro il Nottingham Forest (domenica scorsa, grazie alla quale il Chelsea ha conquistato un posto in Champions per la prossima stagione, ndr). Ora tocca alla Conference League, siamo una squadra giovane e ambiziosa. E l’obiettivo finale è vincere, come sempre”.
Quanto è importante, soprattutto per una squadra molto giovane come il Chelsea?”Sarà importantissimo per me e per la mia carriera, per crescere. Non solo io, ma tutta la squadra, perché abbiamo tanti giovani. Vogliamo vincere, vincere, vincere. E nel frattempo crescere e fare esperienza, perché per noi è cruciale”.
Il Betis Siviglia ha riposato un giorno in più, e Maresca si è lamentato di questo. Per lei è un problema?”Saremo un po più stanchi. Ma la questione sarà soprattutto mentale, non fisica. Ci siamo preparati al meglio e vediamo ora mercoledi (stasera, ndr) cosa succederà. Soprattutto davanti, il Siviglia ha giocatori molto pericolosi come Antony e Isco. Ma non penseremo al fatto di essere più o meno stanchi. Non ci interessa. Quello che conta è vincere. Almeno questa è la mia mentalità”.