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Chiellini: “Il mio futuro è alla Juve. Ho sempre cercato di essere un esempio di dedizione”

L’ex difensore, ospite alla Luiss, parla del proprio futuro: ”A Los Angeles ho lasciato il cuore, ma volevo dare stabilità alla mia famiglia”. Il suo ruolo di capitano: ”Fondamentale instaurare un rapporto umano con il gruppo”

ROMA – ”Il mio futuro? A Los Angeles ho lasciato il cuore, non so quando ma tornerò. Però volevo dare stabilità alla mia famiglia e rientrare a Torino, non precludo nulla ma mi vedo ancora lì per tanti anni”. Così Giorgio Chiellini, ospite all’università Luiss di Roma a margine dell’evento “Laboratorio Academic Gym – Il Giurista entra in campo”, a cura di Guglielmo Stendardo, suo ex compagno di squadra alla Juventus. Lo scorso settembre Chiellini aveva lasciato il ruolo di player development coach con il club californiano, in cui aveva terminato la carriera di calciatore, per far ritorno nella società bianconera, con il compito di rappresentarla nelle relazioni con le istituzioni calcistiche nazionali e internazionali.

”Nel 2015 ci aiutarono le parole di Buffon”

Un momento non semplice per la Juventus, reduce dalla sorprendente eliminazione dalla Coppa Italia contro l’Empoli, che ha fatto seguito a quella dalla Champions League contro il Psv. Chiellini non entra nel merito delle questioni tecniche, ma chi meglio di lui che ha vestito i colori bianconeri per 17 stagioni, sa come affrontare i periodi più complicati: ”Nel 2015 abbiamo vissuto qualcosa di simile. Partimmo malissimo e ad ottobre ci fu la sconfitta in casa del Sassuolo, dove fui anche espulso. Quello era un periodo di scarsa lucidità e in quel momento fu determinante Buffon a spingerci a tirare qualcosa di diverso. Gigi ha dei valori che ha dentro il cuore, è riuscito a toccare le corde giuste di tutti e a farci tornare sulla retta via. Poi oltre a quello c’è il lavoro quotidiano, però quello che ha riacceso l’orgoglio e che ci ha fatto risalire sono state le sue parole”.

”Restare compatti nei momenti difficili”

Chiellini fece tesoro di quei momenti quando diventò capitano della Vecchia Signora. ”Io ho sempre cercato di essere un esempio di dedizione, costanza, abnegazione e resilienza per i miei compagni, soprattutto per quelli più giovani. Ho sempre puntato ad avere il rispetto di tutti per quello che facevo, ancora prima per ciò che dicevo – ricorda -. In un ambiente come il nostro, dove si viaggia a duemila all’ora, è importante partire dalle basi e instaurare un ottimo rapporto umano con tutti. Ogni tanto può capitare un confronto in pubblico, soprattutto in situazioni di emergenza, ma è specialmente in privato che si risolvono i problemi. Per quanto mi riguarda, dopo aver superato i 30 anni, non è stato facile rappresentare 25 persone, di differente età, cultura e provenienza, anche se tutti con lo stesso obiettivo che poi era quello della società. Ma non è facile se pensiamo che giocano solo 11 calciatori su 25, meno della metà, e che spesso ci sono delle gerarchie da rispettare. Poi ogni anno nella rosa ne cambiavano 7-8 e spesso si ripartiva da zero. Essere il tramite tra vecchi e nuovi non era facile, cercavo il più possibile di capire le persone per estrarre da loro il meglio”.

”Studio e carriera connubio importantissimo”

Oltre ai 19 trofei con la Juventus, tra cui 9 scudetti, Chiellini è uno dei pochi calciatori ad essersi laureato: nel 2010 in Economia e Commercio all’Università di Torino e nel 2017 con la laurea magistrale in Business Administration, con la votazione di 110 e lode e una tesi sul ”modello di business della Juventus in un benchmark internazionale”. Davanti a numerosi studenti dell’università Luiss Guido Carli, oltre all’ex presidente della Figc Giancarlo Abete e all’avvocato Guglielmo Stendardo, oggi allenatore del Valmontone e docente del corso di Diritto Sportivo, l’ex capitano della Nazionale ha rimarcato l’importante del percorso formativo parallelamente alla carriera da calciatore: ”Ai giovani dico sempre che bisogna associare lo studio alla carriera, cultura e sapere è un connubio importantissimo, sono alla base di tutto. Personalmente non smetto mai di imparare, tuttora sto continuando a leggere, studiare e apprendere. Io ho avuto un po’ di difficoltà a laurearmi considerando gli allenamenti, le partite e le trasferte, ma sono orgoglioso di quanto fatto e lo rifarei senza dubbi perché è stato fondamentale per la mia crescita, sia di uomo che di calciatore”.

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