MILANO – Cristian Chivu saprà uscire dall’angolo? Sarà in grado di schivare e contrattaccare, tirandosi fuori dalla situazione in cui si trova dopo sole tre partite di campionato? Un dato è certo: dopo le due sconfitte consecutive e la Champions alle porte, il tecnico dell’Inter è già alle corde. L’ex terzino del Triplete, alla prima esperienza sulla panchina della prima squadra nerazzurra, si è trovato subito a fare i conti con difficoltà non da poco. Dopo il ko a San Siro con l’Udinese, è arrivato il ceffone di Torino: contro la Juventus i nerazzurri hanno rimontato due volte, salvo cadere all’ultimo secondo per un gol del ragazzino terribile Adzic. Un 4-3 che pesa sul morale, certo, ma anzitutto sulla classifica: -6 punti alla terza giornata su Juve e Napoli, aspettando la Roma, non sono uno scherzo. Nella prossima settimana avrà due occasioni per rifarsi, sfruttando il turnover: la prima trasferta di Champions ad Amsterdam contro l’Ajax e la sfida al Sassuolo in casa in campionato.
Le parole del tecnico
Nel dopogara allo Stadium, Chivu ha difeso i suoi: “Abbiamo fatto una grande prestazione, con personalità. Siamo andati sotto due volte e l’abbiamo ribaltata. È mancata lucidità negli ultimi dieci minuti. Non giudico i singoli, ma dobbiamo imparare a gestire meglio certi momenti”, ha detto. Un commento che in una grande squadra, per cui contano anzitutto i risultati, stride. I tifosi interisti, scottati da una stagione 2024/25 conclusa senza trofei, delle belle prestazioni se ne fanno ben poco. Sulla doppietta di Calhanoglu, il tecnico ha aggiunto: “Ha fatto quello che ci aspettavamo. La squadra lavora sodo, torniamo a casa con rammarico ma anche con consapevolezza”.
Una fragilità mentale evidente
Il problema principale dell’Inter sembra essere la tenuta mentale. La squadra fatica a mantenere concentrazione e concretezza per tutta la partita. Amnesie, giocate leziose e cali di attenzione si ripetono ormai da mesi, in un filo rosso che lega il finale della scorsa stagione con l’inizio di questa, attraverso la parentesi del Mondiale americano. La Juve di Tudor, solida e pragmatica, ha sfruttato al massimo ogni disattenzione interista, a differenza di una squadra che ancora fatica a “spazzare il pallone in tribuna” nei momenti difficili, come lo stesso Chivu ha riconosciuto, elogiando implicitamente il lavoro di Bremer, Gatti e compagni.
Sommer e i dubbi in porta
La sconfitta di Torino ha messo sotto esame anche Yann Sommer, che si è presentato allo Stadium in una versione crepuscolare, che ricorda l’ultimo, contestatissimo Handanovic. Quattro tiri subiti, quattro gol incassati, con almeno due conclusioni da fuori area su cui il portiere svizzero avrebbe potuto fare molto di più. Classe 1988, contratto in scadenza il 30 giugno del prossimo anno, lo svizzero compirà 37 anni a dicembre. Nella tifoseria e in società, dopo la partitaccia contro la Juve, cresce la sensazione che il ricambio generazionale non possa più essere rimandato: Josep Martínez, acquistato un anno fa dal Genoa per 13,5 milioni, potrebbe presto avere la sua occasione.
Miglior attacco e peggior difesa
Numeri alla mano, l’Inter ha il miglior attacco della Serie A, con nove gol segnati in tre sole gare, ma anche la peggior difesa, con sei subiti. Dati da squadra di Zeman, che se da un lato rendono conto di una buona vitalità dal centrocampo in su, dall’altro preoccupano. Ragionando in termini borsistici, si potrebbe dire che la squadra di Chivu è “volatile”: guadagna e perde, segna e incassa con uguale facilità. Nel derby d’Italia si è ripetuta la costante dei big match della scorsa stagione: un efficace sforzo corale per creare gioco e occasioni, guastato da disorganizzazione e amnesie difensive.
Il coraggio delle scelte
Quello che a molti tifosi è piaciuto è stata la gestione coraggiosa di Chivu, se non nel modulo – lo stesso di Inzaghi – quantomeno nelle scelte di formazione: panchina per Dimarco, le sostituzioni dei big Barella e Lautaro, la fiducia data a Calhanoglu, sono segnali del fatto che l’allenatore rumeno è determinato a dare una sua impronta all’Inter, senza troppo curarsi di rendite e posizioni acquisite. Un approccio corretto, sempre però che porti risultati.
I fratelli Thuram e le critiche
Dopo i bisticci fra Lautaro e Calhanoglu negli Stati Uniti, e le bizze di Pavard che da infortunato giocava a padel con gli amici, Chivu si trova a dover gestire un nuovo caso: il sorriso di Marcus Thuram rivolto al fratello dopo il gol del 4-3 juventino nel recupero. Una leggerezza interpretata da alcuni come mancanza di concentrazione. Il francese nerazzurro ha giocato una buona partita, con tanto di gol. Ma il gesto non è piaciuto. Tanto più che, dopo aver segnato, Marcus nemmeno aveva esultato.
Quote e futuro
Come è inevitabile, la sconfitta dell’Inter con la Juve ha stimolato gli scommettitori a puntare sul futuro della panchina nerazzurra. Le quote dei bookmaker sull’esonero di Chivu entro Natale in una sola sera sono crollate: da 3.75 a 6.00 a seconda degli operatori. Non mancano suggestioni su un clamoroso ritorno di José Mourinho, appena separatosi dal Fenerbahce. Le probabilità di un ritorno a Milano del portoghese, che in estate tramite intermediari si era offerto all’Inter, restano comunque molto basse: l’ipotesi paga 25 volte la posta.