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Chivu: “Porto in panchina l’interismo. Sento l’orgoglio e la responsabilità della scelta”

Il tecnico a Los Angeles, mentre si avvicina l’esordio mondiale, parla delle sue emozioni: “Voglio restituire ai calciatori entusiasmo dopo la finale di Monaco”

LOS ANGELES – Cristian Chivu parla inglese come parla italiano, cioè benissimo. “All’Inter porto tutto me stesso, quello che ho fatto. L’Inter con me torna alle radici, all’interismo. Sento orgoglio e responsabilità”, ha detto il quarantaquattrenne rumeno, passando da una lingua all’altra, nella sala conferenze di un hotel a Los Angeles, alla prima prova davanti ai microfoni da allenatore della prima squadra. “Voglio restituire ai calciatori entusiasmo dopo la finale di Monaco, lo meritano”. Troppo avanti non vuole guardare: “Non mi chiedete gli obiettivi della prossima stagione, prima dobbiamo finire questa, cercando di vincere questo torneo, che mette di fronte le 32 squadre fortissime”.

Un percorso che nasce da lontano

Quando gli si chiede cosa si provi ad allenare l’Inter, Chivu ricorda che per lui non è una totale novità. Anzi. “L’allenatore dell’Inter lo avevo fatto, nelle giovanili. Le emozioni erano le stesse di ora, e di quando arrivai da giocatore”. Il legame col passato è anche nella chat che tiene uniti tutti i giocatori dell’Inter del triplete: “Fra noi ci sentiamo sempre. Ho ricevuto i complimenti da parte di tutti. Il loro sostegno e la loro vicinanza fa piacere”. Un’altra benedizione pesante è stata quella di Mourinho: “Ci siamo sentiti, abbiamo parlato”. E con Inzaghi, “con cui ho un ottimo rapporto, ci siamo scambiati messaggi quando lui ha deciso di proseguire la sua carriera altrove”.

Una squadra da rivitalizzare

“I giocatori mi conoscono già. Non so se mi chiameranno mister, o col mio nome, ma cambia poco. I ragazzi vengono da una stagione anomala, che non si può considerare fallimentare. Nel calcio si vince e si perde, ma questa è l’Inter che ha battuto Bayern Monaco e Barcellona”. Intanto, si prepara alla sfida più vicina, quella per cui la squadra è negli Stati Uniti: il Mondiale per Club: “Abbiamo 32 squadre che rappresentano il meglio del mondo nel calcio. È qualcosa di nuovo per tutti. Non è una nuova stagione, ma è una nuova esperienza”.

Marotta su Inzaghi: “Divorzio consensuale”

Chivu ha raccontato com’è nato il primo contatto coi nerazzurri: “Io avrei continuato a Parma. Quando è arrivata la chiamata, ho risposto di chiedere il permesso a Federico Cherubini. Per me l’Inter è un fatto di orgoglio e onore”. Il presidente Beppe Marotta, prima di presentare il nuovo tecnico, ha ricostruito il divorzio da Inzaghi: “Il calcio brucia tutto con una certa velocità. A Inzaghi eravamo molto legati, abbiamo cercato di dargli tutto. Siamo arrivati a un divorzio consensuale. Ci siamo lasciati molto bene. È stato l’attore principale del nostro cammino”.

Marotta sulla scelta di Chivu

Salutato il vecchio allenatore, Marotta ha introdotto il nuovo: “ Io, Piero Ausilio, Piero Baccin abbiamo individuato con una certa rapidità il profilo di Cristian Chivu. La proprietà è stata molto attenta alle decisioni prese. Cristian non è un ripiego. E non c’è stata alcuna confusione nel club. Il Parma, che ringrazio, ci è venuto incontro”, ha detto. Poi ha elogiato così il nuovo arrivato: “Oggi abbiamo un allenatore Made in Inter. Approccia l’arte pallonara in modo divertente ma ambizioso. Parteciperemo anche l’anno prossimo a tutte le competizioni, in Italia e in Europa”.

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