Roma – C’era una volta Il Guangzhou Evergrande che in panchina aveva Marcello Lippi e Fabio Cannavaro (ma anche l’ex ct del Brasile Felipao Scolari) e che reclutava talenti in giro per il mondo, come ad esempio Alberto Gilardino e Alessandro Diamanti. Il club aveva abbattuto il mito negativo che il grande amore per il calcio in Cina fosse fine a se stesso e non producesse nulla di buono una volta usciti dai confini nazionali. Era infatti considerato un episodio isolato la qualificazione ai Mondiale del 2002 sotto la guida del santone Bora Milutinovic. Invece il Guangzhou Evergrande fece ricredere tutti con la conquista di due Champions League dell’Asia (2013, 2015), frutto anche dei trionfi in sette campionati consecutivi (8 complessivi se aggiungiamo quello del 2019) dal 2011 al 2017.
L’esclusione dai campionati professionistici
Ora il club, che nel frattempo ha cambiato nome in Guangzhou FC, è stato escluso dalla federazione cinese dai campionati professionistici (in tutto 49 squadre) a causa di un pesante debito. È l’epilogo amaro di una situazione che da tempo mostrava crepe da tutte le parti.
L’epilogo di una crisi iniziata già nel 2022
Nel 2022, dopo che il suo proprietario di maggioranza, l’impresa immobiliare Evergrande Real Estate Group, aveva incontrato difficoltà finanziarie a causa del crollo del mercato immobiliare del paese, era arrivata la retrocessione in seconda divisione. Ora però il club appartiene solo ai libri di storia.
Esclusi anche altri due club
Una crisi comunque generalizzata del calcio cinese che ha portato all’esclusione di altri due club. Uno della massima serie, il Cangzhou Mighty Lions. L’altro della terza, lo Hunan Xiangtao.