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Come l’anno scorso: la Lazio batte l’Inter 3-1 all’Olimpico

Biancocelesti in vantaggio con Felipe Anderson, pareggia momentaneamente Lautaro ma poi Luis Alberto e Pedro, partiti dalla panchina, siglano il risultato finale.

All’Olimpico di Roma, esattamente come lo scorso 16 ottobre, la Lazio di Maurizio Sarri batte con lo stesso punteggio, 3-1, l’Inter di Simone Inzaghi. Grande partita dei biancocelesti, che hanno vinto soprattutto grazie ai cambi, mentre i nerazzurri si confermano allo sbando totale sopratutto in difesa.

Dopo il primo quarto d’ora con prevalenza territtoriale dell’Inter, al 16’ è della Lazio la prima palla gol: cross basso dalla sinistra di Marusic per Immobile, sinistro molto debole che però esce di poco con Handanovic fuori causa. Al 35’ azione corale dei padroni di casa e destro finale di Zaccagni deviato provvidenzialmente di testa da Skriniar in angolo.

Due minuti dopo Felipe Anderson dà al centro per Immobile che gira di destro verso Handanovic che respinge. Al 38’ cross da sinistra di Dimarco per il colpo di testa debolissimo di Lukaku, Provedel para facile. Al 40’ il vantaggio della Lazio: spiovente in avanti di Milinkovic-Savic, dormita di Bastoni e Dimarco e Felipe Anderson ne approfitta e di testa solissimo trafigge Handanovic.

La Lazio inizia subito in avanti la ripresa: Lazzari serve in area Immobile, destro sul primo palo ma Handanovic è pronto a deviare in angolo. Al 51’ il pareggio inaspettato dell’Inter: in mischia colpo di testa di Dumfries sul quale arriva Lautaro che anticipa Provedel e tocca in rete. Un minuto dopo Dumfries solissimo schiaccia di testa davanti a Provedel che alza miracolosamente in angolo.

Al 75’ Lazio di nuovo in vantaggio: da Milinkovic-Savic a Pedro, che defilato sulla sinistra non tira e tocca fuori area a Luis Alberto, un esterno destro terrificante deviato da Barella e Handanovic battuto. All’86’ il tris: contatto probabilmente falloso di Darmian su Immobile, la palla arriva a Pedro, partito dalla panchina ed entrato al 57′ come Luis Alberto, che con un destro a giro fulmina Handanovic, ancora fermo come una statua.

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