Como — La Roma è la solita storia, ma stavolta i Friedkin hanno fatto sapere di essere particolarmente arrabbiati: in campionato perde un partita su due e sono addirittura tre su quattro da quando c’è Ranieri, che non immaginava che sul lago la sua squadra venisse in gita a rimirare le stelle di Hollywood che il Como invita sempre allo stadio. Stavolta c’erano Keira Knightley, che da ragazza tirava punizioni in Sognando Beckham, suo marito James Righton, di mestiere rockstar, Michael Fassbender e Adrien Brody. Keira al gol di Gabrielloni ha esultato come una pazza («Emozionata? Lo ero!») e poi chissà se ha chiesto in giro chi fosse, questo Gabrielloni: avrebbero potuto dirle che quella storia meriterebbe un film oppure, secondo il suo allenatore Fabregas, «almeno una statua qui al Sinigaglia».
«La cronaca della gara»
Gabrielloni simbolo, era al Como anche in B
Gabrielloni ha trent’anni, venne qui nel 2018 quando il Como stava in serie D e le luci della ribalta nessuno sapeva più cosa fossero. È risalito con la squadra di categoria in categoria, ogni anno ha segnato i gol che servivano e ieri l’ha fatto per la prima volta pure in A, quando la partita stava finendo e il Como mangiandosi le mani perché aveva sballottato la Roma tutto il secondo tempo senza però farla cadere, e non perché i giallorossi stessero opponendo chissà quale eroica resistenza. Speravano semplicemente di sfangarla, ignorando il consiglio dell’inascoltato Ranieri: «Ho detto ai ragazzi che se nel primo tempo era bastato il fioretto, nel secondo avrebbero dovuto tirare fuori la sciabola». Come no. I Friedkin hanno visto la partita in tv, definito la prestazione inaccettabile e promesso smottamenti nel mercato di gennaio: tutti sono in bilico tranne Ranieri, cui la proprietà ha rinnovato la fiducia.
Dopo il gol, anche l’assist a Nico Paz
Il Como ha vinto davvero alla Gabrielloni, cioè con la rabbiosa umiltà (che la Roma non ha) di chi le ha viste tutte ma crede di poterne vedere ancora. «Sapevo che prima o poi questo momento sarebbe arrivato, anche se qualche anno fa non lo avrei mai immaginato». Per segnare, ha incenerito Ndicka nell’area piccola, dopo che Cutrone s’era fatto beffe di Pisilli (Ranieri: «Ma perché c’era un centrocampista a marcare un attaccante?»), poi s’è arrampicato in curva a prendersi gli abbracci dei tifosi. Infine, al 7’ di recupero, s’è involato nella metà campo deserta (la Roma era tutta avanti a cercare la benedizione di un gol per caso) e anziché segnare l’ha fatto fare al compagno Nico Paz, perché così fanno i capitani.
La rabbia costruttiva di Cutrone
L’altro uomo decisivo è stato l’altra bandiera del club, il comasco Cutrone, che da qualche tempo aveva perso il posto a scapito di Belotti: «Patrick è arrabbiato con me, non mi parla, non mi saluta, non mi guarda, ma io me ne frego: mi basta che parli in campo» dice ancora Fabregas, che ha già smesso di essere un teorico del calcio filosofico: «Conta di più il cuore». Lo pensa di sicuro anche Ranieri, che della sua squadra di fiorettisti non sa cosa dire o se lo sa è meglio che non lo dica, anche se dev’essere molto simile a quello che pensano i Friedkin. Probabile che loro qualche sciabolata la daranno
Como (4-2-3-1) Reina 6 – Van der Brempt 6, Goldaniga 6.5, Kempf 6.5, Barba 6 – Engelhardt 6 (18’ st Sergi Roberto 6.5), Da Cunha 6.5 (34’ st Koné sv) – Strefezza 6.5 (34’ st Gabrielloni 8), Paz 7, Fadera 6 – Belotti 5 (18’ st Cutrone 7). All. Fabregas 6.5.
Roma (3-4-3) Svilar 6.5 – Celik 5, N’Dicka 5, Hermoso 4.5 – Abdulhamid 5.5 (17’ st Mancini 6), Le Fée 5 (17’ st Pisilli 5), Koné 6, Angeliño 5.5 – Saelamaekers 6 (17’ st Pellegrini 5), Dybala 5 (31’ st Soulé sv), El Shaarawy 5.5 (1’ st Dovbyk 5). All. Ranieri 5.
Arbitro: Rapuano 5.
Reti 48’ st Gabrielloni, 52’ st Paz
Note: ammoniti Goldaniga, Le Fée, Van der Brempt, Da Cunha, Koné, Gabrielloni. Spettatori 10.376.