Con Comunardo Niccolai, scomparso a 77 anni, se ne va un altro protagonista del calcio in bianco e nero. E pochi mesi dopo Gigi Riva, il Cagliari dello scudetto del 1970 perde un altro eroe. “Lascia il ricordo di un grande sportivo, un uomo educato, gentile, rispettoso, cordiale, che sapeva farsi voler bene – si legge in una nota del club sardo – Ciao Comunardo”.
L’uomo delle autoreti impossibili
Nato a Uzzano, in provincia di Pistoia, a Cagliari era arrivato giovanissimo dopo un anno alla Torres: vi rimase 1964 al 1976 prima di passare al Perugia. È passato alla storia come “re degli autogol”, alcuni impossibili (ma Riccardo Ferri e Franco Baresi, a quota 8, ne avrebbero in seguito fatte più di lui). Il più famoso Niccolai lo realizzò a Torino: un colpo di testa in anticipo sul primo palo che sorprese Albertosi nella partita tra Juventus e Cagliari del 1970, decisiva per lo scudetto e che finì 2-2.
Lui faticò ad abituarsi all’etichetta di autogoleador, ma poi finì per scherzarci su: “All’inizio mi dava fastidio ma poi ci ho fatto l’abitudine – diceva -. Ci sono giocatori che hanno fatto un’ottima carriera ma non se ne ricorda nessuno; io almeno ho lasciato un segno nella storia del calcio italiano”.
La famosa battuta di Scopigno
Dopo la straordinaria cavalcata nel Cagliari dello scudetto, anche la nazionale si accorse di lui e il ct Ferruccio Valcareggi, dopo averlo fatto esordire in una amichevole in Portogallo nel mese di maggio, la lancio subito tra i titolari in Messico. La leggenda vuole che vedendolo in campo, l’istrionico tecnico dei sardi, Manlio Scopigno, pronunciò la famosissima frase: “Mi sarei aspettato di tutto dalla vita, ma non di vedere Niccolai in mondovisione…”. In Nazionale però la sua carriera si concluse presto. Il suo mondiale durò i primi 37’ della gara con la Svezia: poi un infortunio lo escluse dai giochi. Tornerà in azzurro una sola volta, nell’ottobre del 1970 a Berna, in una amichevole pareggiata 1-1 contro la Svizzera e passata alla storia per uno straordinario gol di Sandro Mazzola.
Una carriera da tecnico federale
Dopo la carriera di calciatore fu anche tecnico federale, lanciando nelle giovanili azzurre talenti come Gianluigi Buffon e Francesco Totti e allenando poi anche la nazionale femminile.