NAPOLI – Chi c’è: Gilmour, Neres, Simeone e il portiere Caprile, che la sua parte l’ha fatta parando il rigore di Zaccagni. Chi non c’è: tutti gli altri, bocciati nell’esame infrasettimanale contro la Lazio. L’eliminazione dalla Coppa Italia ha messo a nudo i limiti dell’organico del Napoli, su cui peraltro Antonio Conte aveva già fatto capire più volte di avere dei fondati sospetti. Sono stati infatti i titolarissimi a trascinare di peso la squadra in testa alla classifica e per questo il tecnico leccese è stato suo malgrado costretto a lasciarli a riposo giovedì sera all’Olimpico, pur sapendo di non avere delle alternative valide con cui rimpiazzarli.
Coperta corta, big da preservare
La coperta è corta e l’elenco dei giocatori che per il momento sono insostituibili è viceversa troppo lungo, visto che sarebbe quasi impossibile porre rimedio alle eventuali indisponibilità di Di Lorenzo, Rrahmani, Buongiorno, Olivera, Anguissa, Politano e McTominay. Non sorprende dunque che preservare i sette big sia diventata una necessità di primaria importanza, in casa azzurra, addirittura superiore alla voglia di raggiungere i quarti di finale.
Tifosi delusi dal massiccio turn over
L’uscita dalla Coppa Italia è stata per il Napoli il male minore, insomma, anche se la maggior parte dei tifosi è rimasta spiazzata e delusa dal turn over totale di Conte, come si evince dal tam tam su social e radio locali. Eppure ci sono i fatti a dare ragione alla dolorosa scelta fatta dal tecnico leccese, che finora ha avuto la fortuna di perdere per problemi fisici più gravi solamente due dei titolari “sostituibili”: Meret e Lobotka. Entrambi sono rimasti infatti fuori per un mese, ma Caprile e Gilmour sono riusciti a non farne pesare la mancanza. Tutta un’altra storia quando invece Buongiorno restò fuori per una distorsione alla caviglia a Verona, nel debutto di metà agosto in campionato. Il suo posto fu preso da Juan Jesus e gli azzurri persero per 3-0 al Bentegodi, dimostrando di non poter fare a meno nemmeno per 90′ del forte difensore della Nazionale, come del resto di Rrahmani, Di Lorenzo e Olivera.
A gennaio un rinforzo in difesa
Soprattutto nel reparto arretrato Conte ha i giocatori contati, visto che anche in Coppa Italia con la Lazio (oltre a Juan Jesus) nemmeno il deludente spagnolo Rafa Marin, Spinazzola e Zerbin si sono dimostrati all’altezza della situazione. Si è sentita parecchio persino l’assenza di un gregario come Mazzocchi, ko per un infortunio. E questo la dice lunga sulla necessità del Napoli di tenere sotto una campana di vetro Di Lorenzo, Rrahmani e Olivera, in attesa di almeno un rinforzo nel mercato di gennaio. Idem in mezzo al campo, dove Folorunsho ha battuto suo malgrado un deprimente record allo stadio Olimpico: soli 21 palloni toccati. È Gilmour l’unico centrocampista sugli stessi livelli dei titolari, anche se per le sue caratteristiche farebbe più fatica a prendere il posto di uno tra Anguissa o McTominay.
In attacco c’è abbondanza
Un po’ di abbondanza in più c’è invece in attacco, con Simeone e Neres che sarebbero in grado di dare una mano in caso di emergenza. Ma in ogni caso manca un giocatore capace di svolgere il prezioso lavoro tattico di cui si sta facendo carico in campionato Politano. Ecco perché il turn over totale a Roma è stato una necessità, più che una scelta. Domenica sera al Maradona torneranno tutti i big e la capolista avrà quindi la possibilità di mettere in campo le sue forze migliori per provare a tenersi stretta il suo primato. Così è, se vi pare.