Altro che primato estemporaneo o risultati stupefacenti. Per dirla tutta, numeri alla mano, Antonio Conte ha addirittura un po’ di margine per alzare il ritmo, nonostante sia già riuscito a riportare il Napoli da solo in vetta alla classifica. Lo confermano le statistiche della sua straordinaria carriera in panchina, in cui il tecnico leccese poteva vantare prima dell’inizio della stagione una media di vittorie in Serie A del 68% (138 in 203 partite).
Alla guida degli azzurri l’ex ct della Nazionale si è invece attestato alla sesta giornata al 66,6% (4 successi in 6 gare) e chi lo conosce sa che non ha ancora digerito il tracollo nel debutto al Bentegodi di Verona a metà agosto: quello sì davvero in controtendenza col DNA di un allenatore allergico alla resa.
Aurelio De Laurentiis l’aveva scelto proprio per questo e ora non sta nella pelle. “Per scaramanzia non diciamo nulla”, ha infatti cinguettato domenica notte il presidente, aggiungendo anche l’emoticon di un sorrisetto “complice”, che ha eccitato ancora di più i tifosi del Napoli. Zitto a chi sape o juoco, o giù di lì. Perché la consegna è volare bassi e ci ha pensato Conte a riportare tutti di gran carriera sulla terra. «Scudetto? Non diciamo fesserie, ci sono squadre superiori alla nostra». Inter, Juve e Milan hanno in effetti degli organici più ricci di alternative, essendo stati costruiti per affrontare al di là del campionato pure la Champions. Gli azzurri invece hanno una rosa – specie in difesa – relativamente ridotta e sanno quindi d’avere un margine di errore molto basso, rispetto a quello delle avversarie dirette nella affollata lotta per il vertice.
Ma il Napoli grazie alla cura Conte ha già quasi cancellato il gap enorme dalle big con cui era stato costretto a ripartire dopo il disastro della passata stagione. È eloquente in tal senso – persino di più rispetto al primo solitario in classifica – la ritrovata solidità della difesa azzurra: 6 clean sheet in 8 partite ufficiali, Coppa Italia compresa. «I 48 gol subiti nello scorso campionato sono una zavorra da cui ci dovremo liberare in fretta», aveva detto al suo arrivo il nuovo tecnico, concentrandosi nel ritiro estivo di Dimaro in primis sulla ricostruzione del reparto arretrato. Il percorso netto di settembre (0 reti incassate) fa sperare che la direzione presa sia giusta. È interessante però pure il dato relativo agli 11 giocatori già andati a segno: nel gruppo tutti sono decisivi.
Il Napoli sta imparando anche a giocare con due moduli diversi ed è un altro segnale di forza. Ma la stagione è appena iniziata e serve prudenza. Il primato non cambia i piani di Conte, che lavora su un progetto triennale per riportare gli azzurri ai massimi livelli, tenendo conto pure delle difficoltà ambientali di una piazza molto passionale. Dopo Verona tirava aria di processi, ora i tifosi sognano lo scudetto. Il tecnico leccese non mette le mani avanti e non si preclude nulla, purché il ruolo della sua squadra resti da outsider. Gli obiettivi a Castel Volturno sono due: crescere e mantenere alta (specialità della casa…) la media delle vittorie. I conti si faranno alla fine.