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Cori antisemiti: condanna della Lazio

La società alla ricerca dei responsabili. Il mondo del calcio ribadisce i valori positivi di #UnitiDagliStessiColori

Mobilitazione generale del mondo del calcio contro i cori antisemiti intonati da una parte della tifoseria laziale domenica scorsa in occasione del derby. A iniziare dalla società romana.

La Lazio ha diffuso un comunicato stampa nel quale condanna le gesta dei tifosi – definite azioni “che nulla hanno a che fare con il tifo sano” e comportamento “illegale e anacronistico” – e ribadisce che “si ispira a valori opposti: inclusione, sportività e rispetto di tutti”. Inoltre, la società ha annunciato che si è già attivata per individuare i responsabili.

Come detto, non è soltanto la società ad aver reagito all’accaduto. Nell’ambito della campagna #UnitiDagliStessiColori, che è stata promossa dalla Figc e che ha visto coinvolti i principali protagonisti del calcio, sono previste una serie di iniziative che riguarderanno tutti il mondo del calcio: i campi di serie A, B e C maschile (9-10 aprile), il calcio dilettantistico (25-26 marzo e 1-2 aprile), il calcio femminile e la Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale. Nei campi saranno esposti gli striscioni della campagna e i direttori di gara (serie A, B e C maschile più Inter-Juventus femminile) indosseranno la t-shirt di #UnitiDagliStessiColori durante l'ingresso in campo delle squadre.

Questo il comunicato integrale della S.S. Lazio

La Lazio è sempre stata in prima linea, in particolare con l’attuale presidenza, nel condannare pubblicamente, prevenire e reprimere senza riserve qualsiasi manifestazione o azione discriminatoria, razzista o antisemita. Le condanne della Società contro azioni di questo tipo, che nulla hanno a che fare con il tifo sano come viene rappresentato dalla Società, sono sempre state puntuali e mai generiche, supportate da iniziative specifiche volte a prevenire e combattere tali fenomeni. La Lazio si dissocia da qualsiasi comportamento di questo tipo, illegale e anacronistico, essendo innanzitutto parte lesa da tali comportamenti. L’ignoranza, l’inciviltà e la superficialità di molti hanno diffuso negli stadi d’Italia e non solo un germe pericoloso, indotto da pochissimi: molti replicano comportamenti di cui non conoscono neppure il significato e la portata. Siamo stati spesso i primi e gli unici ad intervenire, denunciando pubblicamente, chiedendo collaborazione alle forze dell’ordine per la repressione e attivando iniziative di carattere educativo. Abbiamo cercato di evitare, isolare e contrastare questi fenomeni. Continueremo a farlo senza esitazioni, per difendere in Italia e all’estero l’immagine della Società, che è anche Ente Morale e non ha mai avuto nulla a che fare con queste azioni. La Lazio si ispira a valori opposti: inclusione, sportività e rispetto di tutti. Anche in questo caso abbiamo messo in campo già prima e durante la partita di domenica scorsa Lazio-Roma la nostra organizzazione per la sicurezza, presieduta dal Prefetto Nicolò D’Angelo, già vicecapo della Polizia, per applicare severamente il codice etico, individuare i responsabili, inibirne l’accesso allo stadio e costituendoci parte civile per il risarcimento dei danni provocati. Nelle prossime ore comunicheremo gli esiti, già positivi, della nostra attività, confidando sulla fattiva collaborazione delle istituzioni preposte alla salvaguardia delle regole democratiche.

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