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Costacurta: “Tre delusioni diverse, in Champions sono mancate intensità e umiltà”

Il 5 volte vincitore della Champions e volto di Sky: “Non eravamo padroni un anno fa e non siamo tornati al Medioevo adesso. Inzaghi è al vertice,
a Conceiçao e Motta servirà tempo”

MILANO — C’è un circolo a Lambrate, alla periferia est di Milano, dove si gioca a briscola tutto il giorno. A uno dei tavoli più tosti, la carta numero 5 si chiama Billy. “Ha giocato un Billy”. Come la maglia di Costacurta. Come le Champions che ha vinto. Oggi il suo torneo preferito lo commenta su Sky Sport, di cui è uno dei volti di punta. “Un anno fa noi italiani sembravamo i padroni d’Europa, ora ci lecchiamo le ferite. Ma quello non era il Risorgimento e questa non è una ricaduta nel Medioevo. L’eliminazione di Milan, Atalanta e Juve è stato solo un infortunio collettivo”.

Hanno vinto squadre di Olanda e Belgio. La mappa del calcio europeo sta cambiando?

“Non credo che Bruges, Feyenoord e Psv, la migliore del trio, arriveranno ai quarti. Nel calcio ci sono le categorie, per citare Max Allegri. Ad arrivare in fondo saranno le squadre davvero forti, a partire dal Real Madrid di Carlo Ancelotti, che fino all’altro ieri molti in Spagna avrebbero voluto vedere in corrida al posto del toro, ma che stracciando il City ci ha ricordato qual è il suo posto”.

L’Inter in che categoria la mettiamo?

“Fra le sei o sette più forti d’Europa. Il merito è soprattutto di Inzaghi, un grande allenatore, che spesso riceve critiche ingiuste. Nel gestirle è il numero uno. Due anni fa, nella bufera delle polemiche per le sconfitte in campionato, è arrivato in finale. Vuole tornarci, ma non è facile. Questi play-off dimostrano come in Champions inciampare sia un attimo”.

Atalanta, Milan e Juve hanno commesso errori simili?

“A tutte e tre sono mancate umiltà e intensità, per citare Sacchi e Capello. Ma ogni eliminazione ha la sua storia. L’Atalanta, che per prestazioni nel girone è stata seconda solo al Liverpool, non ha avuto la solita prepotenza fisica. Il Milan ha giocato bene per 51 minuti, ma ha pagato un’andata disastrosa, oltre alla follia di Theo. La Juve ha giocato bene tre tempi su quattro, ma non ha ancora qualità sufficiente nei singoli. La vittoria in campionato con l’Inter è stata esaltante, ma è stato un episodio”.

Ai suoi tempi la cifra del calcio italiano era la difesa. Oggi?

“Molte squadre tentano di uscire dalla tradizione, facendosi più europee e dinamiche. Ce l’hanno fatta Inter e Atalanta. Ci stanno provando il Milan, con Fonseca e Conceiçao, e la Juve con Thiago”.

È giusto concedere tempo a Motta?

“Certo. Vedo lampi di bel calcio. La sua sta diventando una vera squadra. Lo aiuta un buon mercato, a parte un paio di errori. Per vincere, ieri come oggi, servono calciatori forti. Il motto di Boniperti funzionava soprattutto grazie al livello tecnico delle squadre. Lo stesso vale per il “dobbiamo essere i più forti al mondo” di Berlusconi”.

Dal sigaro di Riad è passato un mese e mezzo. Come giudica il lavoro di Conceiçao?

“Idem come sopra. Gli servono tempo e giocatori all’altezza. Si sopravvaluta spesso il ruolo degli allenatori, e la loro capacità di determinare il clima nello spogliatoio. Pippo Inzaghi stava male prima delle partite, non bene. Eppure segnava come nessuno”.

Da compagno di squadra, cosa avrebbe detto a Theo Hernandez per il doppio giallo?

“Mi sarei incazzato come una bestia. Due pirlate così non si giustificano. O si rimette in riga o deve cambiare aria. Da uno dei migliori terzini al mondo, un atteggiamento simile è inaccettabile. Corre sulla fascia che è stata di Paolo Maldini”.

A proposito, nel passaggio da Maldini a Ibra, cosa è cambiato al Milan?

“Paolo ha il giusto distacco dalle cose e un’intelligenza analitica. Per questo è stato il miglior difensore della storia e un grande manager. Il suo scudetto resta un miracolo. Zlatan ha carisma ma deve allenarsi nel giudizio. L’ultimo mercato è un buon segnale, ma è in formazione. Così come lo è Leao. Può diventare un campione, ma non lo è. Oggi la parola è abusata. Io non sono stato un campione, ma riuscivo a giocare con i fuoriclasse, la storia l’abbiamo fatta insieme. Servono impegno, atteggiamento, voglia di imparare”.

Quante energie toglie la nuova Champions?

“È molto impegnativa. L’alternanza fra coppa e campionato mette a nudo la personalità delle squadre. Un grande gruppo gioca contro il Monza come fosse il Bayern Monaco. La formula mi piace, è stato bello raccontarla. Soprattutto l’ultima giornata con le partite in simultanea. Che show”.

Uno show lo ha fatto anche Gasperini che ha criticato in conferenza Lookman sui rigori.

“E Lookman gli ha risposto. Sa di essere fortissimo e probabilmente se ne vuole andare da tempo. Capello non mi metteva a saltare in area sui corner, diceva che di testa non ero bravo. Me ne facevo una ragione”.

Chi vince il campionato?

“L’Inter sta facendo una grande cosa a tenersi attaccata al Napoli di Conte, pur giocando le coppe. Penso che possa anche sorpassarlo, ma è ancora lunga. La competizione è più aperta che mai”.

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