CREMONA – Nei negozi non si trova più una maglietta con scritto il suo nome, gli abbonamenti allo stadio hanno sfondato quota 8mila e per strada non si parla d’altro. Lo stupore di Cremona per essere riuscita a vestire in grigiorosso Jamie Vardy, emblema globale della classe operaia del calcio che va in paradiso, è tutto nelle parole del direttore sportivo Simone Giacchetta: “Se solo un mese fa qualcuno mi avesse detto che sarei stato qui a presentare un campione come Vardy, gli avrei dato del visionario o del pazzo”. E invece è tutto vero. Con l’hashtag #stradivardy, che assona con lo storico “Stradivialli”, la società del patron Arvedi ha presentato il trentottenne inglese al museo del violino. “All’inizio quando si è parlato per la prima volta della possibilità di venire a giocare qui, trattandosi di un trasferimento all’estero, ho sentito subito il bisogno di parlarne con mia moglie e i miei figli. La tecnologia mi ha aiutato. Ho fatto una chiamata su Zoom di un’ora con l’allenatore Davide Nicola e mi ha convinto. Ho capito di essere davvero desiderato. Io in cambio posso allenarmi con tutto l’impegno, per farmi trovare pronto”.
Il suo arrivo a Cremona, fatte le debite proporzioni, ricorda quello di Cristiano Ronaldo alla Juventus qualche anno fa.
“Ho conosciuto la città, sono salito sul Torrazzo, impressionante. La lingua per me è un limite, ma per fortuna posso comunicare attraversare il pallone e sto riuscendo a godermi questi momenti”.
Col Leicester ha fatto un miracolo. Qui pensa di potere compiere una nuova impresa?
“Dopo avere parlato con proprietario e allenatore, ho capito che l’obiettivo resta la salvezza. Non abbiamo altri obiettivi al di fuori di questo. Al Leicester non facevamo altro che dare il cento per cento. Il calcio funziona così: si scende in campo e chiunque può battere chiunque”.
Pensi di potere esordire già contro il Verona?
“Quest’estate su Instagram ho pubblicato i video dei miei allenamenti per dimostrare come sto tenendomi in forma. E le vacanze mi hanno fatto bene. Finora gli allenamenti qui alla Cremonese stanno andando molto bene. Mi sento quasi al meglio della mi condizione atletica. Non so se contro il Verona ci sarò, io mi sento pronto, ma decide l’allenatore”.
Ha promesso qualcosa ai suoi figli per questa nuova avventura?
“Nessuna promessa, no. Ho dovuto spiegare loro che sarei andato a giocare all’estero. Arriveranno quando l’iter sui visti sarà completato. La mia famiglia imparerà una nuova lingua, siamo tutti entusiasti”.
Cosa pensavi della Serie A, prima di venire qui?
“In Inghilterra c’era la Serie A in diretta su Channel 4, in chiaro e in diretta. So che è un campionato importante”.
Ha parlato con Claudio Ranieri?
“Non ho ancora avuto modo di sentirlo, ma so che ha speso belle parole per me e non vedo l’ora di incontrarlo”. Quante proposte hai declinato?
“Non mi fa piacere fare i nomi delle squadre che hanno provato a prendermi. Quel che posso dire è che quando la Cremonese mi ha fatto la sua offerta ho capito che era la situazione giusta per me”.
Chi è il suo idolo?
“Da bambino mi piaceva moltissimo vedere giocare Alex Del Piero. Lo vedevo segnare di settimana in settimana”.
Cosa le ha detto Davide Nicola per convincerla a scegliere Cremona?
“Durante la mia carriera c’è sempre stato qualcuno che ha dubitato di me e puntualmente li ho smentiti. Lo stesso può dirsi oggi della Cremonese, che dimostrerà di sapere stare in Serie A. Nicola ha il carattere e l’approccio giusto per riuscirci”.
Ranieri, Maresca, Cambiasso. In carriera ha incrociato figure importanti del calcio italiano. Qualcuno di loro le ha dato consigli?
“Ho passato l’intera estate a parlare con Maresca, che ha speso bellissime parole per Cremona e per la Cremonese. Poi mi sono confrontato con la mia famiglia e abbiamo fatto la nostra scelta”.
I suoi figli sono lontani, come sua moglie. Come fa a gestire questa situazione?
“Ovviamente fin quando i bambini non saranno qui per me sarà diverso. Soprattutto i miei figli maschi vogliono venire a vedere le mie partite nel weekend. Grazie a FaceTime riesco a dare loro la buonanotte e a salutarli la mattina. Mia moglie è qui al mio fianco”.
Siamo nel museo del violino e sta andando di moda lo slogan “Stradivardy”, che assona con “Stradivialli”. Che emozione è prendere la maglia di Gianluca, che qui ha fatto grandi cose?
“Ho visto l’hashtag. Non vedo l’ora di iniziare e smentire chi dubita di me. In molte partite ci sarà da lottare 95 minuti per mantenere la categoria”.
In Serie A c’è scetticismo sui giocatori di quasi quarant’anni che vengono qui per la fine della carriera. Cosa risponde?
“Per me l’età è solo un numero. Fin quando non avrò problemi fisici, continuerò a dare il mio massimo”.
Cosa le ha detto il Cavalier Giovanni Arvedi quando vi siete parlati?
“Mi ha colpito la sua umiltà, ama la squadra e la città, mi ha portato un libro su Cremona in inglese. Vuole vedere i progressi della società”.
E cosa le ha detto sua moglie?
“Mia moglie e i bambini hanno reagito con entusiasmo, per una situazione completamente nuova”.
Cosa pensa delle prime due vittorie in campionato della Cremonese, a cui ha assistito da spettatore?
“Le ho viste e ne sono felice, ma so che il campionato non sarà tutto così e ci sarà da lottare”. Le difese italiane sono particolarmente difficili, per chi viene dall’estero.
Cosa si aspetta?
“Non si è mai troppo vecchi per imparare. Si può anzi sempre imparare. Con Maresca giocavamo un calcio simile a quello che si gioca in Serie A e ho segnato 20 gol. Dovrò cercare di sfruttare qualsiasi situazione per segnare io o per fare segnare i compagni”.
Cosa pensa della costruzione del gioco dal basso, che in Italia è molto diffusa?
“Anche in Inghilterra oggi la costruzione dal basso oggi è molto praticata, è un modo per tirare fuori gli avversari, si gioca così ovunque e noi calciatori abbiamo dovuto abituarci”.
Le è spiaciuto non partecipare alla vittoria contro il Milan?
“I ragazzi sono stati grandiosi, mi sono complimentato con loro per come hanno difeso e per come hanno segnato”.
Lei ora è nella patria di Gala, la cantante di Free from desire, da cui fu tratto il mitico coro “Vardy is on fire” …
“Ho visto anche io i video di quel coro, con le birrre che volano a sinistra e a destra. Quando ti fa cori come quello, significa che hai lasciato qualcosa nel cuore delle persone”.
Una parola universale è “gol”. Quanto ci tiene a segnare la sua prima rete a Cremona?
“Un attaccante può aiutare anche in difesa, anzi deve farlo. Ma segnare è speciale, e non vedo l’ora di farlo”.