NEURUPPIN — Dopo il pareggio con l’Albania, c’era chi si aspettava da Zlatko Dalic una reazione marziale: tutti in campo a sudare e che non voli una mosca. Lo avrebbero probabilmente fatto i suoi predecessori, da Miroslav Blazevic, timoniere dal 1994 al 2000, a Slaven Bilic, in panchina all’Europeo 2012. Ma non è così che Dalic ha portato la nazionale croata all’argento nel Mondiale 2018, alla semifinale in Qatar e al secondo posto nella Nations League 2023. Per ridestare i suoi dallo shock del pari subito nel recupero, ha concesso un giorno libero inatteso. “Avevano bisogno di riposo”, ha spiegato il 58enne di Livno, cattolico fervente ed esegeta del verbo ancelottiano: se i calciatori stanno bene, rendono meglio. In patria cresce il partito di chi vorrebbe concedere un po’ di riposo a Modric e Brozovic, per dare spazio a Mario Pasalic e Luka Sucic, 21enne della Red Bull Salisburgo. Ieri Dalic, alla ripresa degli allenamenti in vista della partita con l’Italia di lunedì, li ha testati sui campi di Neuruppin, sede del ritiro croato.
Il gemellaggio con Certaldo
La cittadina di 31 mila abitanti del Brandeburgo è gemellata con la Certaldo del ct italiano Luciano Spalletti. Un patto stretto in nome della letteratura nel 1968, quando a dividere i due Comuni, oltre a 1.300 chilometri di strada, era anche la cortina di ferro. A unirle è invece il fatto di aver dato i natali a due grandi scrittori, Theodor Fontane e Giovanni Boccaccio. “Il gemellaggio è un esempio tangibile di come la diversità possa essere fonte di arricchimento e crescita”, ha detto a marzo il sindaco di Certaldo, Giacomo Cucini, nel rinnovare il legame. “Speriamo che anche in futuro i rapporti tra le due città continuino ad essere così forti e crescano con calore e fiducia”, ha replicato il collega tedesco, Nico Ruhle. Chissà se tiferà per il certaldese Spalletti o per Dalic, che ha accolto con tutti gli onori all’inizio del ritiro.
