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Da Allegri a Xavi passando per Pioli e Sarri, quanti big della panchina in attesa. E Zidane aspetta (da tre anni) la Francia

Tanti allenatori in cerca di sistemazione. Ma inevitabilmente ce ne saranno alcuni, molti anche famosi, che resteranno a guardare

La corsa alle panchine europee come il gioco delle sedie alle feste dei bambini: non c’è posto per tutti e qualcuno alla fine rimane in piedi. Da Max Allegri a Thomas Tuchel passando per Xavi, il nome non conta. Così il mercato degli allenatori depenna dalla lista degli invitati molti ospiti d’onore. Almeno per ora. Alcuni sono sintonizzati sul programma “Cerco casa disperatamente”, altri preferiscono l’anno sabbatico. Da capire se in versione integrale, come quello di Antonio Conte dopo il Tottenham o light, alla Luciano Spalletti post Napoli. Ma questa storia già la conosciamo. Allora riportiamo le lancette al presente e sfogliamo l’elenco dei grandi esclusi, dalla A di Allegri alla Z di Zidane.

Mourinho in Turchia

Il bis di Max alla Juve ha funzionato solo in parte. Fino alla scorsa stagione condivideva con José Mourinho il titolo di tecnico italiano più pagato (7 milioni di euro a stagione). Un destino incrociato nel difensivismo e nel risultatismo più intransigente. Uniti al tempo stesso nello stile – questo molto poco conservatore – dentro e fuori dal campo, dove i loro toni assumono un tratto quasi rivoluzionario. Lo spogliarello di Max nella finale di Coppa Italia vinta contro l’Atalanta, condito dal diverbio post gara con il direttore di Tuttosport Guido Vaciago, rende l’idea. Ma ora la nuova Serie A volta le spalle a Max e a Mou, esonerati per abbracciare il calcio moderno: la Roma con Daniele De Rossi, la Juventus con Thiago Motta.. Chissà se la filosofia utilitarista tornerà di moda.

Allegri aspetta

Magari le loro strade si incroceranno di nuovo, ma nel frattempo Mou ha trovato casa in Turchia, al Fenerbahce. E Max? Molti tifosi italiani lo invocavano come salvatore della patria dopo la disfatta europea. Allenare una nazionale non gli dispiacerebbe. Non per forza l’Italia, anche perché il presidente della Figc Gabriele Gravina è stato chiaro: “Spalletti resta”. Che sia la volta buona per la prima esperienza europea, per lui che aveva stracciato l’accordo col Real Madrid per tornare alla Juventus. Tra le possibili piazze allegriane, per giocatori e mentalità, spunta il Psg, anche se al momento Luis Enrique gode della fiducia del presidente Nasser Al Khelaifi. Discorso rimandato al futuro, allora. Sempre che non si aprano nuovi spiragli in Italia.

Pioli, niente Arabia

Sfumato il ritorno al Milan, Allegri resta un’ombra ingombrante sulle panchine delle big, pronto a subentrare in caso di necessità. Rimangono aperte pure le porte dell’Arabia Saudita: lo scorso maggio circolavano foto del suo agente, Giovanni Branchini, in compagnia dei vertici dell’Al Ittihad, il club promesso a Stefano Pioli fino a qualche giorno fa, prima che emergessero problemi di natura contrattuale. Al proposito, nessun veto da parte di Karim Benzema, come aveva scritto il quotidiano francese Le Parisien. Sarebbe stato lo stesso Pioli a tirarsi indietro dopo le dimissioni del presidente Loay Nazer e del direttore sportivo Ramon Planes, entrambi protagonisti della trattativa che avrebbe portato l’ex Milan in Arabia.

Sarri ha fretta di tornare

Restando in Italia, ancora in Toscana, ecco Maurizio Sarri. Dopo l’addio alla Lazio il tecnico ha riabbracciato la sua Figline Valdarno. Curiosi gli scatti che qualche mese fa lo ritraevano in tribuna in un match di Serie D tra Figline e Livorno. Un ritorno al calcio di una volta, il suo. Niente a che vedere con quello “solo business” bersagliato più volte in conferenza stampa. Come soluzione post Lazio avrebbe gradito il Milan o la Fiorentina, che però hanno preso altre strade. In ogni caso, Sarri vuole restare in Italia. Ma bisogna fare presto: “Tra due o tre anni smetterò di allenare”, ha rivelato lo scorso maggio. Al momento, però, niente panchina.

Klopp, stop di un anno

Stessa sorte del suo sostituto alla Lazio, Igor Tudor. La convivenza col presidente Claudio Lotito è durata poco più di due mesi. Ora il tecnico croato cerca fortuna altrove, magari all’estero, anche in squadre di seconda fascia. Chi non può accontentarsi di un club qualsiasi è sicuramente Jurgen Klopp. Chiusa la parentesi da nove stagioni e otto trofei a Liverpool, l’allenatore tedesco starà fermo un anno in attesa della chiamata di un top club. Nel frattempo può staccare il telefono e godersi le vacanze: a Santa Ponsa (Maiorca) ha acquistato una mega villa da 4 milioni di euro con piscina, giardino, cinque camere da letto, cinque bagni e due aree per gli ospiti. E anche il suo futuro potrebbe parlare spagnolo. Difficile credere che non abbia fornito le generalità per la lista d’attesa degli aspiranti tecnici del Real Madrid del dopo Ancelotti.

Xavi osservato speciale del City

Chi lascia la Spagna è invece Xavi: quante giravolte nelle trattative col presidente del Barcellona Joan Laporta. Prima no, poi sì. Anzi, no. Xavi ha annunciato l’addio al club a gennaio, dopo una sconfitta interna contro il Villarreal. Ad aprile il dietrofront: “Resto al Barça”. Ma è bastato un mese per mandare di nuovo tutto all’aria. Il 24 maggio il Barcellona comunica che non sarà più l’allenatore del club. Stavolta definitivamente. Ora diventa l’osservato speciale del Manchester City per il post Guardiola, che ha fatto intendere di voler lasciare nel 2025.

Anche Tuchel in attesa

Una storia simile a quella di Thomas Tuchel al Bayern Monaco, quella di Xavi. Stagione senza trofei anche per lui, con la dirigenza che fa di tutto per trattenerlo dopo l’accordo sulla separazione. Vana anche la petizione da 15mila firme dei tifosi del Bayern: Tuchel non cambia idea e fa le valigie. Da capire se per le vacanze o per un’altra piazza, magari in Premier. Qui il Manchester United ha rinnovato Erik ten Hag, ma – complici gli scarsi risultati (una Carabao Cup e una Fa Cup in due anni) – molti monitorano la situazione. Tra questi pure Mauricio Pochettino, reduce dall’esperienza al Chelsea, ed Edin Terzic, fresco finalista in Champions League, che a sorpresa ha rassegnato le dimissioni da tecnico del Borussia Dortmund.

Zidane aspetta la Francia. Da tre anni

Chiude la rassegna l’unico tecnico ad aver vinto tre Champions League di fila nella storia della competizione: per Zinedine Zidane l’anno sabbatico va moltiplicato per tre. “Allenare toglie tante energie, ma adesso il periodo di riposo è diventato troppo lungo”, ha detto un mese fa. Non allena dal 2021, il suo ultimo anno a Madrid. Nel 2019 aveva accettato di tornare per soccorrere il Real orfano di Cristiano Ronaldo. Ora Zizou aspetta la Francia. Allora il suo “periodo di riposo” potrebbe allungarsi ancora un po’ , fino al 2026, quando scadrà il contratto di Didier Deschamps, confermato dal presidente della Federcalcio francese Philippe Diallo il giorno dopo l’eliminazione agli Europei contro la Spagna.

Allegri, Sarri, Xavi and Co. Lontani in dottrina, uniti nella prassi: dover restare a casa, aprire Instagram e vedere le storie dei colleghi che si divertono alla festa dove, fino a qualche mese prima, erano loro le guest star.

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