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Da Dovbyk a Fofana, in sei dagli Europei alla serie A. Olmo e Calafiori i colpi più importanti

Ben pochi protagonisti del torneo continentale, attesi o sorprendenti che fossero, hanno scatenato la golosità dei club. Olmo in blaugrana l’affare più importante, della Spagna campione solo in quattro si sono trasferiti in un altro club

Un mese e qualche spicciolo fa la Spagna vinceva Euro 2024 battendo in finale l’Inghilterra, ma i protagonisti di quel trionfo – e, più in generale, di quel torneo – sono finiti presto nel silenzio perché il mercato non li ha stranamente riguardati, a cominciare dai due ragazzi che in quel mese di calcio hanno riempito ogni copertina. Si parla, è chiaro, di Lamine Yamal e Nico Williams, rimasti uno al Barcellona e l’altro, piuttosto sorprendentemente, all’Athletic Bilbao, nonostante una clausola abbastanza accessibile (48 milioni). È stato lui a scegliere di non lasciare, almeno per un anno ancora, la squadra che lo ha cresciuto.

Olmo al Barcellona l’unico colpo “europeo”

Resta il fatto che un solo giocatore dell’undici ideale di Euro 24 nominato dalla Uefa (Maignan – Walker, Akanji, Saliba, Cucurella – Olmo, Rodri, Ruiz – Yamal, Musiala, Williams) ha cambiato squadra: si tratta di Dani Olmo, passato dal Lipsia al Barcellona per 55 milioni. E soltanto altri tre campioni d’Europa si sono trasferiti: due sono stati titolari intoccabili (Morata dall’Atletico al Milan, Le Normand dalla Real Sociedad all’Atletico), il terzo è Joselu che, lasciato il Real, è andato a chiudere la carriera in Qatar. In assoluto sono i pochi quelli finiti nei tormentoni di mercato. Forse soltanto Zubimendi, a lungo cercato da Liverpool: ha preferito restare a San Sebastian.

Dopo Mbappé il mercato ha rallentato

È vero che l’affare più clamoroso dell’estate (Mbappé al Real) s’era già risolto ben prima che gli Europei cominciassero, ma è strano come ben pochi dei protagonisti del torneo, attesi o sorprendenti che fossero, abbiano scatenato la golosità dei club: molto dipende dal fatto che sia la Premier sia gli arabi hanno sensibilmente ridotto gli investimenti, mentre il Psg sta puntando soltanto sui giovanissimi (60 milioni per il diciannovenne João Neves), il Bayern non ha preso vedette (l’acquisto più caro è stato il mediano portoghese Palhinha), il Real fa ormai un solo colpo all’anno e il Barcellona non ha soldi (il tesseramento di Olmo non è stato ancora ratificato) da spendere.

Calafiori e Mikautadze, da sorprese a colpi di mercato

Piluccando qua e là tra quelli che in Germania hanno fatto una gran bella figura e poi hanno cambiato squadra, oltre a OImo, Morata e Le Normand si possono citare Füllkrug (dal Borussia al West Ham), Calafiori (dal Bologna all’Arsenal) e Mikautadze (dal Metz al Lione). Il Manchester United si è preso i semifinalisti De Ligt e Zirkzee, che però in Germania hanno giocato tre minuti in due (il difensore neanche un secondo). L’altro semifinalista Rabiot, che invece nella Francia è stato titolare fisso, è ancora senza squadra.

Il salto di qualità di Calafiori, Buongiorno e Retegui

L’operazione Calafiori può comunque fare inorgoglire il nostro calcio, perché la nazionale ha un gran bisogno che qualche azzurro si misuri ai livelli più alti, specie all’estero, specie in Premier. Nella rosa che Spalletti ha portato in Germania, hanno cambiato squadra, salendo di livello, anche Buongiorno, dal Torino al Napoli, e Retegui, dal Genoa all’Atalanta. Folorunsho, che era in prestito al Verona, è rientrato a Napoli ma Conte l’ha tenuto ai margini. Dovrebbe finire alla Lazio. E poi c’è Chiesa, che la Juve ha messo fuori rosa.

Da Dovbyk a Fofana, in sei da Euro 2024 alla serie A

I club italiani da Euro 2024 hanno pescato ai margini, prendendo appena otto giocatori tra coloro che hanno partecipato al torneo, sei dei quali erano già da noi: era quello che potevamo permetterci, anche se comunque l’ingaggio di Morata da parte del Milan, per importanza, è secondo soltanto a quello di OImo. I rossoneri, in ogni caso, di Euro 2024 si sono serviti in abbondanza, avendo rastrellato anche nella disastrosa Serbia (Pavlovic) e preso un francese che con Deschamps fa la riserva, Fofana. Ma con quei titolari lì, essere un rincalzo non è un disonore. Dopo il Milan è il Torino il club più “europeo”: i granata hanno ingaggiato l’attaccante scozzese Ché Adams e il terzino sinistro croato Borna Sosa. L’acquisto più pesante l’ha però fatto la Roma, che ha speso 30 milioni (bonus esclusi) per l’ucraino Dobvyk, tuttavia deludentissimo in Germania. Infine, ci sono stati due movimenti nel mercato interno: i croati Pongracic ed Erlic sono passati uno dal Lecce alla Fiorentina e l’altro dal Sassuolo al Bologna.

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