Nell’Europa League che va a cominciare i giovani talenti emergenti sono un poco più nascosti che in Champions, dove tutti sanno (quasi) tutto di (quasi) tutti. Ne abbiamo selezionati dieci, al massimo ventenni: tra loro c’è qualche sicuro candidato alla grandezza assoluta e la preferenza va a Konstantinos Karetsas, greco del Genk. Non è ancora maggiorenne.
1) Juma Bah, 19 anni, NizzaÈ un gigante di quasi due metri, viene dalla Sierra Leone e appartiene al Manchester City, che lo ha prelevato nel gennaio scorso dal Valladolid pagando la clausola di 6 milioni e l’ha girato in prestito prima al Lens e poi, da quest’estate, al Nizza, dove è subito diventato titolare fisso: sta al centro della difesa con il suo fisico imponente e la personalità del veterano, perché non batte ciglio nemmeno nei momenti più complicati. È cresciuto giocando scalzo nelle strade di Freetown, perlomeno quando non lavorava nella panetteria del padre. Lo ha scovato un procuratore intraprendente che prima lo ha portato in due club locali e poi in Spagna, a Valladolid: avrebbe dovuto giocare nella seconda squadra, ci ha messo poco a essere integrato nella prima e il City se lo è assicurato dopo appena due partite nella Liga. Ha già quattro presenze nella nazionale della Sierra Leone. Dice di ispirarsi a Rüdiger, con cui in effetti ha delle attinenze.
2) Ayyoub Bouaddi, 17 anni, LilleHa un soprannome impegnativo, Einstein, perché oltre ad avere il fosforo del centrocampista raffinato è anche un genio in matematica, materia in cui si è diplomato a 16 anni con il massimo dei voti e la lode e in cui punta alla laurea. Quando ne aveva 15, d’altronde, aveva vinto, di fronte a Brigitte Macron, un concorso di eloquenza patrocinato dall’Eliseo. E aveva deciso di rinunciare alle bibite gassate e alle patatine fritte per garantire integrità al suo fisico da atleta. I genitori sono marocchini, ha due sorelle anche loro particolarmente brillanti negli studi ed è entrato quattordicenne nel vivaio del Lille: a 16 anni ha debuttato in prima squadra in Conference, nel giorno del suo diciassettesimo compleanno ha giocato da titolare in Champions contro il Real, battendolo pure. È un centrocampista preciso, geometrico e dalla raffinatissima visione di gioco. A quanto pare, vale già una cinquantina di milioni. Ha giocato nelle nazionali giovanili francesi, ma il Marocco è in pressing perché scelga la rappresentativa rossoverde. Lui non ha ancora preso una decisione. ma ha promesso che sarà soltanto sua.
3) Matías Fernández-Pardo, 20 anni, LilleL’hanno cercato Milan, Roma e Lazio, l’ha tallonato la nostra Federcalcio cercando di nazionalizzarlo grazie alla madre siciliana (di cognome fa Picogna), ma lui ha scelto il Lille, dove era già stato da bambino, e di essere calcisticamente spagnolo. Avrebbe potuto optare per il Belgio, dove è nato (a Bruxelles) ed è sbocciato (nel Gent), o l’Italia di mammà, ma ha seguito il cuore: “Da piccolo ho sempre guardato le partite della Spagna. Avevo sei anni quando dissi a mio padre che avrei giocato in Champions e in nazionale”. Dopo aver frequentato le selezioni giovanili del Belgio, a inizio anno ha comunicato ufficialmente alla Fifa la decisione di cambiare nazionale ed è stato convocato per la prima volta nella Spagna Under 20, pur senza esordire. Arrivare fino in cima non sarà facile, visto tutto il talento che le Furie Rosse hanno, ma sono ormai due anni che Fernandez-Pardo a Lille (che nel 2024 lo ha pagato 12 milioni) mostra talento, tiro, velocità. Copre tutti i ruoli d’attacco, gioca a volte centravanti e altre ala (di fatto, sta sostituendo un po’ David e un po’ Zhegrova) ed è ormai un punto fermo della squadra dopo una stagione da titolare part time. Dice di ispirarsi a Ronaldo il Fenomeno: “Vorrei somigliare a lui”.
4) Malick Fofana, 20 anni, LionePiccolo di taglia (non arriva al metro e settanta), veloce, tecnico, ficcante nel dribbling, irriverente, destro di piede e quindi mancino di fascia, perché ormai tutti gli allenatori schierano gli esterni “a piedi invertiti”, Fofana ha già tre presenze e un gol nel Belgio, nazionale dove il talento offensivo non manca. È cresciuto nel Gent, a 17 anni aveva già firmato il primo contratto da professionista e a 19 è passato per 17 milioni di euro al Lione, dove Paulo Fonseca gli ha subito dato fiducia, facendolo brillare già nell’Europa League dell’anno scorso, dove ha segnato sei gol. Il padre è guineano e la mamma filippina, lui ha scelto la nazionale del Belgio senza esitazioni.
5) Joane Gadou, 18 anni, SalisburgoGadou è sempre stato un predestinato, ha trovato spazio in tutte le nazionali giovanili francesi, spesso da capitano, e nel settore giovanile del Psg, dove è cresciuto (è nato a Aubervilliers, periferia nord di Parigi, da genitori ivoriani), è sempre stato tenuto in grande considerazione, tant’è che Luis Enrique lo ha convocato più volte in prima squadra, pur senza farlo mai esordire. Però lui mordeva il freno, non aveva voglia di aspettare e così l’estate scorsa ha rifiutato di rinnovare il contratto che sarebbe scaduto un anno dopo e ha premuto per farsi cedere al Salisburgo, che lo ha pagato 10 milioni: sa che dal club austriaco della Red Bull si farà poi in fretta a fare il grande salto, come è capitato, per fare il nome di un difensore che gli somiglia, a Upamecano. Quasi due metri di altezza, è un centrale potente ma al tempo stesso veloce. Di testa è insuperabile.
6) Mikel Gogorza, 18 anni, MidtjyllandHa girato i migliori vivai della Danimarca (B 1903, Lyngby, Copenaghen) prima di decidere per il Midtjylland, attualmente il club danese più moderno, sviluppato, competitivo. La scelta è stata giusta, perché già lo scorso anno è entrato stabilmente nelle rotazioni della prima squadra e da quest’estate ne è diventato un punto fermo. Da ragazzino si ispirava a Benzema, ma con il tempo dal centro si è trasferito sulla fascia e fa con regolarità l’ala sinistra: è forte soprattutto in progressione e, rispetto a molti che giocano nel suo ruolo, è parecchio alto di statura, cosa che gli consente di puntare anche sull’impatto fisico oltre che sul dribbling. Figlio di madre danese e padre basco, è tifoso dell’Athletic Bilbao e ha anche il passaporto francese.
7) Finn Jeltsch, 19 anni, StoccardaÈ un difensore classico e duttile (può giocare a quattro o a tre), ha come modello De Ligt ma a lanciarlo è stato un grandissimo attaccante, Miro Klose, che ne aveva fatto un caposaldo del Norimberga, nella seconda divisione tedesca. I grandi club della Bundesliga gli hanno presto messo gli occhi addosso e a spuntarla è stato lo Stoccarda, che lo ha preso nell’ultimo mercato invernale per 10 milioni, facendone immediatamente un titolare indiscusso. Puntuale nell’anticipo e abile anche nell’impostazione, è stato uno dei protagonisti della doppietta della Germania under 17 che nel 2023 nel giro di sei mesi è diventata prima campione d’Europa e poi del Mondo.
8) Konstantinos Karetsas, 17 anni, GenkÈ uno di quelli a cui dare il pallone, aspettare, guardare: qualcosa succederà. Il più luminoso giovane talento del calcio mondiale, dopo Lamine Yamal, è probabilmente questo ragazzino nato e cresciuto in Belgio ma che come nazionale ha scelto la Grecia delle sue origini, “perché è lì che batte il mio cuore”: è ancora minorenne, ma ha già tre presenze e un gol, che confermano la fama che sta facendo spargere in giro per l’Europa. Nato nel Genk, per un paio d’anni è stato arruolato dall’Anderlecht che poi se l’è fatto scappare: tornato al Genk, ha debuttato da professionista nella squadra B, in seconda divisione, ad appena 15 anni (è il più giovane esordiente del calcio belga): nella prima partita ha mandato in porta un compagno con un lancio sontuoso di cinquanta metri, nella seconda ha dribblato mezza difesa e staffilato all’incrocio. Da lì alla prima squadra, e dalla prima squadra alla nazionale, il passo è stato breve e la Grecia è convinta di avere trovato il giocatore che ne cambierà i destini. Il Genk punterà invece a ricavarne parecchi milioni: il ragazzo ha già avuto diverse offerte (tra cui Milan, Manchester United e Ajax) ma ha scelto di restare per crescere ancora un po’, meritandosi la gratitudine del club. Adesso vale 15 milioni, se continua così quando sarà maggiorenne il valore sarà triplicato. Che giocatore è, Karetsas? Semplice, un fantasista. Taglia piccola, baricentro basso, mancino fatato, ama stare nel cuore del gioco, perché ha sia il dribbling sia il lancio, e la palla è ben difficile portargliela via. Ha qualcosa che ricorda Messi, dirlo non è una bestemmia.
9) Rodrigo Mora, 18 anni, PortoDa quando a Porto c’è Farioli, Rodrigo Mora sta vivendo una breve fase di riflusso, come capita spesso quando un minorenne (il ragazzo ha compiuto diciotto anni solo a maggio) conclude una prima stagione trionfale tra i professionisti. L’allenatore di Lucca sta puntando su altri giovanissimi, come il centravanti Aghehowa e il centrocampista Froholdt, ma Rodrigo Mora resta la vera pepita del Porto, il club dove è cresciuto e nella città in cui è nato, e non solo perché i Dragoes ne hanno già fissato il prezzo: 70 milioni. Il minuscolo fantasista fatto in casa – testa alta, grande visione di gioco, calcio elegante e pulito – a 15 anni è stato il più giovane portoghese a esordire tra i professionisti e nella stagione passata, che per il Porto è stata piuttosto accidentata, ha battezzato il suo ingresso nel grande calcio con 11 gol, sette dei quali segnati da marzo in avanti, l’ultimo al Mondiale per club. È un talento di classe purissima che adesso si muove quasi esclusivamente a ridosso della trequarti ma che, per i tecnici del vivaio portoghese, in prospettiva può diventare un giocatore alla Modric, vale a dire un centrocampista creativo senza una posizione fissa. Vederlo calciare la palla è un piacere. Per il ct del Portogallo, Martinez, “Rodrigo segnerà un’epoca nel calcio portoghese”.
10) Leo Sauer, 19 anni, FeyenoordAnche Sauer ha i suoi bei record di precocità in bacheca: a 17 anni e 247 giorni è diventato il più giovane a segnare un gol nella Eredivisie olandese mentre tre mesi dopo averne compiuti diciotto è stato il più giovane esordiente della nazionale della Slovacchia. Il ct Calzona lo ha anche portato a Euro 2024, dove ha giocato qualche minuto contro l’Ucraina, e nelle due recenti partite di qualificazione mondiale, contro Germania e Lussemburgo, lo ha lanciato come titolare. Ala sinistra di piede destro, i tecnici slovacchi lo hanno paragonato a Kulusevski, cui somiglia per potenza e doti nella progressione. Il Feyenoord lo ha preso nel 2022 dallo Zilina, club slovacco, per appena 235 mila euro. Lo ha fatto crescere con calma (a battezzarne l’esordio è stato Arne Slot) e nella stagione passata lo ha mandato in prestito al Nac Breda, dove si è affermato definitivamente. Ora che è rientrato a Rotterdam, fa il titolare fisso. Come in nazionale.