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Da Maradona alla magia di Adams: coraggio, arroganza e fortuna, quando il gol arriva da lontano

La rete segnata all’Empoli dall’attaccante del Torino entra nel ricco elenco delle prodezze balistiche da ricordare

Ogni gol da (tanto) lontano richiede molto coraggio, un po’ di sana arroganza, soprattutto cieca fede nel proprio piede. E un po’ di fortuna. Perché la lontananza sai non è come il vento, ma un po’ di vento aiuta, indirizza la traiettoria, inganna il portiere avversario. Lo scozzese Ché Adams, ha segnato un gol da lontanissimo, ieri sera in Empoli-Torino. Nelle modalità gol simile a quello segnato (ma con il piede sinistro) da Ilicic (gennaio 2020) in un Torino-Atalanta. Sguardo che si alza appena e boom. E’ stato calcolato che la parabola di Ché Adams ha coperto 47,71 metri, avvicinando l’interista Dimarco che (novembre 2023) contro il Frosinone aveva raggiunto la distanza di 54,89 metri.

Gagno, il rinvio diventa un gol da 80 metri

Forse però voleva crossare, proprio come Florenzi – settembre 2015 – in un Roma-Barcellona di Champions e sicuramente come Gagno, portiere del Modena, che da oltre 80 metri azzeccò il rinvio della vita in un Modena-Imolese (aprile 2022, Serie C). Sempre al Castellani di Empoli (gennaio 1998) aveva messo a referto una magia il più indolente e talentuoso dei fuoriclasse moderni, Alvaro El Chino Recoba. Nelle cronache del giorno dopo il portiere viene sempre “colto di sorpresa” perché stazionava “abbondantemente fuori dai pali della porta”. Poveri portieri: a Zoff dopo un gol dell’olandese Haan da quaranta e passa metri al Mondiale in Argentina (Olanda-Italia, giugno 1978) – dissero che era vecchio, lento di riflessi e pure che a diottrie non stava messo bene.

Mascara al volo da metà campo

La verità è che chi segna, deve avere le antenne per cogliere le vibrazioni. Spalle alla porta stava Quagliarella in un Chievo-Verona (aprile 2007): controllo, stop, tiro a “uccellare” il portiere. Ogni gol è un messaggio in bottiglia che arriva da un’isola perduta. Somigliava al drop di un rugbista il tiro al volo di Mascara (marzo 2009) nel derby siciliano tra Palermo e Catania. Il giapponese Morimoto stoppò la palla con il petto, Mascarinho – brasiliano per innata attitudine al futbol bailado – colpì di prima intenzione. Coefficiente di difficoltà: altissimo. Il telecronista di Sky, Maurizio Compagnoni, esultò: “Un gol così lo vedranno anche all’isola di Tonga”.

Biraghi, punizione vincente da metà campo

E intanto continuano a chiamarli eurogol. Precisazione: con eurogol negli anni 70 – quando Gianfranco de Laurentiis e Giorgio Martino conducevano l’omonima trasmissione che apriva una finestra sul calcio europeo – si intende(va) un gol segnato da distanze siderali, come all’epoca si vedeva (molto) all’estero e (poco) in Italia. A Miccoli che segnò da centrocampo (Palermo-Chievo, settembre 2012) chiesero: come hai fatto? E lui: l’ho colpita bene. Fu l’intuito invece a guidare il piede di Stankovic (Genoa-Inter, ottobre 2009) quando in simil-spaccata raccolse un pallone vagante e lo spedì in rete. Non tutti i gol “fuori mano”sono voluti: Facundo Roncaglia, tenace difensore della Fiorentina quando segnò al Napoli (gennaio 2013) stava semplicemente azzardando un lancio “mooolto” lungo. Erano 57,91 i metri che separavano il piede di Biraghi dalla linea di porta avversaria in Verona-Fiorentina (febbraio 2023): il terzino segnò su punizione. Voleva davvero piazzare il pallone esattamente lì? Chissà.

Le perle di Maradona

Poi, certo, se a calciare è Maradona, allora tutto è – sempre e comunque – bellezza. Defilatissimo, praticamente sulla linea laterale, quella volta (ottobre 1985) Diego calciò con una torsione della gamba da manuale. Palo interno, Giuliani battuto, San Paolo in estasi. Qualche mese prima (febbraio 1985) aveva segnato un altro gol meraviglioso contro la Lazio, intuendo il maldestro colpo di testa di un difensore, raccogliendo il pallone in una terra di nessuno e calciando da oltre 30 metri senza pensarci un attimo. Fatale fu il pallonetto, considerevole – come avrebbe chiosato Carmen Consoli – la distanza.

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