FIRENZE – “Sono molto orgoglioso di essere qui: ho sentito le belle parole del ct su di me. Aspetto il primo allenamento e per fare vedere subito cose buone”. Daniel Maldini si è gustato il primo giorno a Coverciano. Di fronte alle foto di papà Paolo e nonno Cesare si è certamente emozionato, ma il suo obiettivo è il presente e la sua famiglia, pur fierissima della convocazione come da foto postata da suo padre sui social, ha sempre scelto l’imperturbabilità: “Fa sempre piacere, la mia famiglia mi è sempre stata vicina, ma anche in queste ore abbiamo parlato di altro, come sempre. Sapere che da qui sono passati papà e nonno fa un bell’effetto, però io sono concentrato sul fare bene qui, ma vivo il presente giorno per giorno”. Tutto dipende da lui, anche l’eventuale ritorno al Milan, che la formula della cessione al Monza rende possibile: “Tutto è possibile, penso di fare bene col Monza”. Dal rendimento di questa stagione, dunque, dipende molto, a cominciare dalla permanenza in Nazionale: “Devo ringraziare le persone che mi stanno vicino: quando raggiungi un obiettivo, è anche grazie a chi ti vuole bene”. La maglia azzurra è una grande occasione da sfruttare: il ruolo è quasi un dettaglio: “Trequartista,a sinistra a destra, seconda punta: in attacco va tutto bene”. Daniel non ha rimpianti per l’impennata della sua carriera: a 23 anni, non è arrivata in ritardo: “Credo proprio che adesso sia il momento giusto: la chiamata è perfetta, mi sento proprio bene con me stesso e nella mia squadra”. Lo può facilitare la presenza in Nazionale di giocatori di ottima qualità tecnica: “Nell’Italia c’è una qualità incredibile. Io spero di potere mettere le mie doti al servizio di una squadra che ha come base la capacità di aiutarsi l’un l’altro”. Del rapporto con suo fratello Christian, che ha lasciato il calcio per cominciare la carriera di procuratore nello staff di Giuseppe Riso, emerge l’affetto profondo: “L’importante è la sua felicità, sono contento che abbia trovato la sua strada e che sia felice”.
“Venezuela possibilità solo teorica”
La possibilità di giocare per il Venezuela, il Paese di mamma Adriana, è stata solo teorica: “Sono stato contattato, ma ho sempre aspettato il momento giusto per fare una scelta giusta per me. E il momento è arrivato. Nel sogno di ogni ragazzo che gioca a calcio c’è la Nazionale”. Quanto all’etichetta di raccomandato, se l’è scrollata di dosso in fretta: “Col tempo inizi a capire un po’ di cose: che il parere degli altri po’ essere positivo o negativo, ma che tu devi andare per la tua strada, verso il tuo obiettivo”. Il suo modello di calciatore è stato Kakà: “Lui è quello che mi faceva più piacere vedere. Non ho chiesto a papà come fregare i difensori, proverò a farlo sul campo”. L’osservazione diretta da avversario gli ha fatto apprezzare il romanista Dybala: “È quello che mi ha più impressionato, soprattutto per la facilità con cui riesce a fare tutto”. Il difetto che Spalletti ha ravvisato nelle partite di Maldini junior sono le pause: “Ha assolutamente ragione, ci sono momenti in cui mi assento. Devo correggermi, lo sto facendo”. Il regalo per il suo compleanno, venerdì prossimo 11 ottobre, potrebbe essere la prima presenza in Nazionale, il giorno prima a Roma col Belgio oppure lunedì 14 a Udine con Israele. Ma Daniel è rispettoso delle decisioni del ct: “ Il regalo è già essere qui: è la cosa più importante”. La chiusura è il ringraziamento ai suoi due allenatori al Monza: “Palladino mi ha sempre aiutato all’inizio, anche a farmi capire le mie potenzialità. Con Nesta è bello avere un rapporto così diretto: parla spesso con noi”.
Il grande sogno di Pisilli
Niccolò Pisilli, ventenne centrocampista della Roma, vive giorni di ovvia euforia: primo gol in serie A e preconvocazione in Nazionale sono arrivati in una sola settimana: “Ho scoperto che Spalletti pensava a me leggendo la preconvocazione, non me l’aspettavo per niente. Qui c’è il meglio del meglio, devo approfittarne per imparare in ogni momento. A De Rossi, Mourinho e anche Juric devo molto del fatto di essere qui. Loro mi hanno dato insegnamenti tecnici e tattici e l’opportunità di giocare”. La speranza di diventare un simbolo della Roma, per ora, è solo vaga, anche se Frattesi, che non ci è personalmente riuscito, gliel’ha augurato: “Davide mi ha impressionato per l’intensità di gioco che sa mettere in campo. Essendo io un tifoso romanista, mi piacerebbe, ma è troppo presto per pensare di vivere la carriera nella Roma”. L’obiettivo più vicino è la partecipazione al prossimo Mondiale: “Giocare un Mondiale è il sogno più bello di qualsiasi bambino: è anche un obiettivo: me lo auguro con tutto me stesso. Intanto devo migliorare nei contrasti e mettere muscoli”. E studiare, anche: “La mia famiglia tiene moltissimo allo studio, io sono iscritto a scienze della comunicazione. Il giornalismo è un mondo che mi affascina, ma ora preferisco giocare”.