Si è conclusa, dopo cinque stagioni e mezza da protagonista, l’avventura alla Juventus di Danilo. L’ormai ex capitano bianconero ha raggiunto un accordo per la risoluzione consensuale del contratto che ancora lo legava al club: “Non è mai facile separarsi da un amore, da un luogo che mi ha dato tanto, da una maglia che mi ha fatto provare grandi emozioni”, è stato il commento del difensore brasiliano, che ha salutato i tifosi con un lungo post sul suo profilo Instagram. Danilo partirà domani, martedì 28 gennaio, con un volo alle 10 da Caselle, in direzione Brasile, proprio mentre gli ex compagni saranno in campo per la rifinitura in vista della sfida con il Benfica: vestirà la maglia del Flamengo, dove probabilmente chiuderà la sua carriera.
Perché Danilo è andato via dalla Juventus
Che qualcosa stesse cambiando nel rapporto tra il difensore del Brasile e la Juventus lo si era capito già verso la fine della scorsa stagione. Tuttavia, solo con l’inizio dell’attuale il difensore è uscito definitivamente dai piani tecnici della Juventus, ricoprendo un ruolo marginale nelle rotazioni di Thiago Motta anche dopo i problemi fisici che hanno messo fuori gioco Bremer e Cabal. Quella alla Juventus è stata probabilmente l’avventura professionalmente più appagante per Danilo, nonostante in passato abbia vestito maglie importanti come quella del Real Madrid e del Manchester City. Proprio dai Citizens arrivò in bianconero nello scambio con Cancelo, esordendo contro il Napoli nel 2019, subentrato per un problema fisico occorso a De Sciglio, realizzando il gol più rapido mai segnato da uno straniero esordiente in Serie A.
Un pezzo di storia bianconera
In quasi sei stagione, Danilo ha collezionato 213 presenze, 9 gol e alcune giocate risultate poi decisive per la conquista di uno Scudetto (2019-20), di due Coppa Italia (2020-21 e 2023-24) e di una Supercoppa Italiana (2020-21): “Sono passati cinque anni e mezzo, ma per me è come se fosse stata una vita intera – ha spiegato nel suo addio alla maglia bianconera -. Non è mai facile separarsi da un amore, da un luogo che mi ha dato tanto, da una maglia che mi ha fatto provare grandi emozioni, da un club e da una storia in cui ho ritrovato i valori che mi hanno accompagnato durante tutta la mia carriera e che ho imparato dai miei genitori. Quando sono arrivato, ho imparato dai grandi uomini dello spogliatoio e all’interno della Juventus, diventando poi anch’io insegnante e difensore di questi valori, con le unghie e con i denti, come fosse una parte di me, come gli insegnamenti che passo ai miei figli, che peraltro hanno fatto di Torino la loro casa e sono diventati grandi tifosi di questi colori”.