È addio, quello vero. Dalla separazione al divorzio. Un amore (mai) finito, un legame che sembrava non potersi chiudere mai, invece è il momento di lasciarsi. lasciarsi davvero. Senza quel filo (da 3 milioni) che resta lì appeso e ci tiene unito. Daniele De Rossi, ex capitan futuro, ex capitano ed ex allenatore della Roma, quello dispiaciuto di poter dare una sola carriera alla città, chiude il rapporto con la squadra che è stata la sua vita. Risoluzione del contratto. È il momento di guardare altrove. È stato bello, ma è il momento giusto.
Decisione già presa
Poteva restare a casa altri due anni incassando ingaggio, viaggiando, facendo aggiornamenti. Ma vuole una panchina. Non ha rescisso perché ha un’altra, ma perché spera che arrivi. Ha rinunciato a gran parte dei soldi che gli spettavano, vuole essere libero per il prossimo, primo appuntamento. Era una decisione già presa: dopo un divorzio, i buoni rapporti con la ex è sempre meglio mantenerli. Non si sa ma. Magari, in futuro, chissà.
Monza e Torino, la situazione
E qualcosa si muove. Il Monza era un’opzione. Il suo ex compagno Burdisso lo stima, ma De Rossi preferisce una panchina di serie A. Ecco il Toro. A De Rossi è un progetto che piace. Una squadra piena di storia, fascino, tifosi appassionati. Baroni è già in discussione, e non sono solo i 4 punti in 5 partite (3 presi proprio a Roma ma brutte le sconfitte con Inter, Parma, Atalanta), ma la sua squadra sembra senza identità. Ma è soprattutto Cairo a essere sotto pressione: i tifosi tra manifestazioni, contestazioni, invitano il presidente a lasciare. E i cattivi risultati non aiutano. Sabato c’è la Lazio, poi la sosta. Il momento giusto. Per cambiare.
