Napoli – I suoi numeri in campionato sono da centrocampista offensivo, se non da attaccante: tre gol nelle prime 13 giornate del campionato e adesso anche un assist, quello con cui Giovanni Di Lorenzo ha permesso a Romelu Lukaku di firmare la preziosa vittoria di domenica contro la Roma. Il bomber belga ha spinto il pallone in fondo alla rete e ha consentito al Napoli di restare da solo sulla vetta della classifica, conquistata il 29 settembre e difesa (ormai da due mesi) dell’ennesimo assalto delle agguerrite inseguitrici. Ma la maggior parte del lavoro lo aveva già fatto il capitano degli azzurri, mettendo il compagno nelle condizioni più facili per decidere la gara, con un passaggio smarcante a due passi dalla porta.
Dal Napoli alla Nazionale
Di Lorenzo non è nuovo a giocate simili e aveva regalato un assist quasi identico anche a Tonali, nella vittoriosa trasferta dell’Italia in Belgio. Dalla Nazionale al Napoli, da Spalletti a Conte: sono cambiate solamente le sfumature del colore sulla maglia, ma non il gustoso prodotto. Il difensore sta vivendo infatti un momento magico e si è lasciato alle spalle definitivamente il disastro della scorsa stagione, in cui nonostante il suo ruolo da capitano non era riuscito a salvare dal naufragio la nave azzurra: decimo posto in classifica e uscita dopo tredici partecipazioni consecutive dalle Coppe Europee, oltretutto con lo scudetto sul petto.
Solo Lukaku e Kvara hanno più gol di lui
Per Di Lorenzo era stato uno smacco insopportabile e per questo il leader del Napoli aveva chiesto addirittura di essere ceduto, portandosi dietro la sua malinconia anche in Nazionale. Ma con l’arrivo di Conte è cambiato tutto e il capitano degli azzurri ha ricominciato a sentirsi al centro del progetto, ritrovando d’incanto gli stimoli e la condizione fisica per essere di nuovo decisivo. Solo Lukaku e Kvaratskhelia hanno segnato finora più di lui, dicono le statistiche. Balza tuttavia agli occhi in maniera almeno altrettanto evidente la continuità di rendimento che il capitano sta dimostrando in ogni partita. Finora non ha saltato nemmeno un minuto e ci ha messo molto del suo per far volare la capolista. Un big ritrovato, anche per Spalletti. Con la scoperta di una duttilità tattica mai vista prima, per la capacità di cavarsela con disinvoltura identica nel reparto arretrato schierato a tre o oppure a quattro. I fatti parlano chiaro: la vita e la carriera di un calciatore possono ricominciare anche a 31 anni.