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Dietrofront Ranieri, la Federcalcio cerca il nuovo ct tra De Rossi e Gattuso

La rosa dei candidati sarebbe ristretta ai campioni del mondo 2006: più defilato c’è anche Cannavaro

Il giorno dopo il tossicchiante 2-0 dell’Italia sulla Moldova, sullo schermo della convention aziendale in un famoso locale di Milano, scorrono le immagini del trionfo di Berlino 2006. Si vedono in primo piano la barba di Rino Gattuso e il volto allora rasato di Daniele De Rossi. A 19 anni di distanza sono loro i nuovi rivali nel ballottaggio per la panchina dell’Italia, persa da Spalletti sabato scorso, con l’esonero dopo la disfatta di Oslo. Il duello tra campioni del mondo si deciderà nelle prossime ore: ha spazzato via quello tra gli allenatori veterani Ranieri e Pioli, inchiodati ai rispettivi impegni con Roma e Fiorentina. Nel video Fabio Cannavaro solleva la coppa. Nella realtà il capitano e Pallone d’oro in carne e ossa afferra il microfono: «Quella è stata la vittoria della squadra e del senso di appartenenza». In platea partono gli applausi. L’ultimo Mondiale vinto resta per gli italiani l’unità di misura del senso del gruppo, smarrito insieme alla certezza di andare al Mondiale americano. La Figc ha deciso che si deve ripartire da lì, dall’attaccamento affievolito alla maglia azzurra. Serve un esempio vivente. Un campione del mondo del 2006 libero contrattualmente. Gattuso o De Rossi. O Cannavaro come terza opzione. Caldeggia la scelta un altro campione del mondo: Gigi Buffon, capodelegazione del Club Italia, recordman di presenze in Nazionale (176). È la sua prima vera missione da dirigente. E lui punta su un ex compagno, per non mancare il terzo Mondiale di fila.

Il curriculum di Gattuso

Con Pirlo a Dubai, Grosso al Sassuolo e Pippo Inzaghi vicino al Palermo, il curriculum più nutrito è di Gattuso, 47 anni. Allena dal 2013. Ha vinto una Coppa Italia col Napoli e ha una promozione in B col Pisa, ma l’etichetta di tecnico perdente è ingannevole. Col Milan raffazzonato dell’era cinese ha mancato la Champions all’ultima giornata e lo stesso gli è capitato col Napoli pre-Spalletti, che ha riconosciuto di avere ricevuto in eredità una squadra ben guidata. Gattuso ha girato l’Europa in situazioni societarie difficili (Creta, Pisa, Valencia, Marsiglia), cercando con risultati alterni bel gioco e pragmatismo. In Croazia, all’Hajduk Spalato, ha mancato il titolo in dirittura d’arrivo.

Il percorso di De Rossi

De Rossi, 42 anni a luglio, ha iniziato nello staff di Mancini all’Europeo vinto, subito dopo avrebbe potuto guidare l’Under 21, ma ha detto no: due volte. La Spal in B, nel 2022, è stata la sua prima esperienza da capo: epilogo burrascoso per dissidi con la società. L’occasione della Roma, dal gennaio 2024 per rimpiazzare Mourinho, l’ha sfruttata a metà: qualche vittoria eccellente, sesto posto in campionato e semifinale di Europa League, ma esonero a settembre, 4 partite senza vittorie e dissidi con l’ad Lina Souloukou. È stato vicino a Southampton, Fiorentina e Torino. Si ispira a Spalletti, Luis Enrique e Conte. Ha la passione della Scozia, dove Gattuso sbocciò al grande calcio nei Rangers Glasgow. Accomuna i due candidati la passione per la maglia azzurra. Gattuso nel 2006 arrivò in Germania con uno strappo muscolare. Per recuperare, faceva 7 ore di fisioterapia. Entrò contro gli Usa, ironia della sorte, per l’espulsione di De Rossi, la cui redenzione fu il rigore alla Francia in finale, oltre alle innumerevoli partite giocate da semi-infortunato. Ai senatori della Nazionale sarebbe stato chiesto, dopo l’esonero di Spalletti, quale ct preferissero. La risposta — Mancini — non appare una strada percorribile: la Figc non gli perdona la fuga in Arabia. Ma Gattuso, De Rossi e il terzo incomodo Cannavaro non erano ancora all’orizzonte. Nessuno farà pollice verso a un campione del mondo.

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