DORTMUND – Ha scelto di non parlare. Nonostante la fascia da capitano al braccio e nonostante quell’errore inspiegabile, surreale. L’ultimo blackout di Gigio Donnarumma contro la Germania a Dortmund, è una sirena, un allarme. Perché da anni il portiere del Psg è una delle certezze a cui l’Italia si è sempre potuta aggrappare.
Donnarumma, cosa succede?
È uscito con lo sguardo basso, trascinando quei gamboni da cicogna. Probabilmente a chiedersi lui stesso come sia potuto accadere. Lui che lascia la porta sguarnita per discutere di un nulla con l’arbitro Marciniak. E Kimmich che batte l’angolo e Musiala che segna a porta vuota, e lui Gigio, che si accorge quando c’è tempo solo per disperarsi. Alla fine la differenza nelle due partite tra Italia e Germania l’ha fatta quell’errore. Metterci la faccia nel momento peggiore non è mai stato il suo forte: se le cose vanno male il suo sorriso largo sparisce nel mutismo esasperato. Come a Dortmund, quando dopo la partita non ha voluto parlare, spiegare.
Donnarumma e il futuro: mercato e le voci sull’Inter
Ma cosa succede a Gigio? Anche a Parigi alterna notti epiche – quella che ha qualificato il Psg ai rigori contro il Liverpool in Champions – a seratacce. Di certo non è serenissimo: il suo contratto scade nel 2026 e i discorsi per il rinnovo sono stagnanti. Luis Enrique non ha mai fatto mistero di non considerarlo un intoccabile, a settembre lo aveva anche messo in discussione salvo arrendersi alla mediocrità di Safonov, il suo sostituto russo, per l’estate invece avrebbe puntato Chevalier del Lille. E forse nella testa di Gigio qualche pensiero sul mercato inizia a farsi strada. A lui – la voce è insistente – ha pensato Marotta per l’Inter, soprattutto nel caso di una frattura con il Psg che possa liberarlo a un costo molto molto ragionevole, visto che a Parigi arrivò a costo zero nel 2021.
Donnarumma, gli altri errori
Va però detto che i blackout non sono una novità assoluta per Donnarumma. Ricordate quando spianò, nel 2023, la strada alla rimonta del Real a Madrid facendosi portare via il pallone da Benzema? Anche in quel caso le critiche si erano moltiplicate, Parigi era già diventata scomoda e il suo porto sicuro sembrava l’azzurro, dove invece infilava prestazioni impeccabili. Ora, la prima vera crepa. E alle sue spalle preme Vicario, anche se in Nazionale le prime volte sono state problematiche eccome. Ma la candidatura è solida, credibile. A oggi, Donnarumma è un intoccabile per Spalletti, anche per il ruolo nello spogliatoio, di cui è uno dei senatori. Per esserne leader, forse, manca ancora un passo.