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Dopo Inzaghi l’Al-Hilal vuole anche Barella e Bastoni

I sauditi proveranno a soddisfare il nuovo tecnico con i due interisti, Arnautovic potrebbe proporsi come vice Osimhen. L’allenatore ritroverà Milinkovic, no di Theo Hernandez al trasferimento

MILANO — Quando a metà dello scorso aprile rimbalzò dall’Arabia, l’indiscrezione di un interesse dell’Al-Hilal per Simone Inzaghi e Alessandro Bastoni a Milano fu seppellita di smentite. Erano stati troppi nei mesi precedenti gli “al lupo, al lupo” dei comunicatori sauditi, vicini al fondo sovrano Pif e ai club di cui è proprietario. Un mese e mezzo dopo, il trasferimento dell’ormai ex tecnico interista cambia la prospettiva, e spinge a prendere sul serio le voci che, spesso via Londra, arrivano dal Golfo Persico. A partire proprio da quella su Bastoni. Lo scorso gennaio a metterlo nel Mirino fu l’Al-Nassr, ma il tentativo si fermò al primo sondaggio, quando dall’Inter fecero sapere che per meno di 80 milioni non aveva senso parlare, così il club di CR7 ha ripiegato sullo slovacco David Hancko. Il nome di Bastoni potrebbe tornare di moda adesso, ma per l’altra grande squadra di Riad, ora allenata da Simone. L’ex napoletano Koulibaly viene da una stagione opaca, e l’Al-Hilal cerca un sostituto di livello.

Barella e Bastoni tentati dagli arabi

Visto il momento di carriera, è probabile che Bastoni, se davvero l’Al-Hilal dovesse affondare il colpo, rifiuterà l’offerta. Lo stesso ha fatto Barella, quando a marzo lo stesso club ha messo sul piatto oltre 30 milioni netti l’anno, per almeno quattro anni. Ma con Inzaghi in panchina, le cose potrebbero cambiare? Sulla domanda stanno giocando i media arabi, e si crucciano i tifosi interisti. Dall’entourage di Nicolò assicurano che in questo momento l’unico pensiero è la partita dell’Italia di venerdì contro la Norvegia, che gli darà l’occasione per consolarsi in fretta della sconfitta in finale di Champions.

Inzaghi ritrova Milinkovic

A Riad, a fare da anfitrione a Inzaghi sarà il suo ex pupillo degli anni laziali, Sergej Milinkovic. I due sono in contatto da tempo, e proprio il “Sergente” serbo, che in Arabia si è ambientato meglio di molti suoi compagni, ha aiutato Simone a superare le perplessità sue e della sua famiglia. Un altro che potrebbe raggiungerlo è Francesco Acerbi, ma sempre se l’Inter, previo invio di Pec al calciatore, attiverà la clausola di rescissione anticipata del contratto, a scadenza naturale nel 2026. È improbabile che Inzaghi vorrà forzare la mano con l’Inter. Al momento dei saluti si è sentito capito, quando ha spiegato che la sua avventura alla Pinetina era arrivata al capolinea.

Theo Hernandez rifiuta l’Arabia

È possibile che a Inzaghi si proporrà da svincolato Arnautovic, che potrebbe candidarsi a un ruolo da riserva di lusso di Viktor Osimhen, se il trasferimento del nigeriano andrà in porto. Il tecnico lo ha conosciuto da avversario, nello scintillante Napoli di Spalletti. Il contratto non è ancora firmato, ma a Riad già si vendono maglie blu col suo nome e il numero 29 sulla schiena. Niente da fare, invece, per il passaggio in Arabia di Theo Hernandez, che ha rifiutato la destinazione, interrompendo così il dialogo fra il Milan e l’Al-Hilal per il prezzo del suo cartellino. Per il centrocampo invece l’obiettivo è Ederson dell’Atalanta.

Allenatori italiani in Arabia

Se Pioli non tornerà ad allenare in Europa, a Riad ritroverà Inzaghi, per riannodare il filo dei derby che li contrapponevano a Milano, con uno scudetto vinto a testa in tre stagioni. L’attuale allenatore dell’Al-Nassr, in una conferenza stampa nei giorni della Supercoppa Italiana in Arabia, ci aveva scherzato: «Qui sto bene, non c’è Inzaghi, che contro di me nei derby si divertiva, quasi sempre». Altro dirigente italiano pronto ad accogliere Simone è Guido Fienga, passato lo scorso gennaio dal ruolo di amministratore delegato dell’Al-Nassr a quello di super-consulente del fondo pubblico di investimento Pif per lo sport. Il primo consiglio che gli darà sarà di vivere stabilmente nella capitale. La scelta di Roberto Mancini di fare il pendolare, con casa a Dubai, non ha aiutato a farlo stare simpatico ai sauditi, nei mesi in cui è stato ct.

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