Roma – Una mattina l’uomo che con apprezzabile ironia qualche anno fa si era presentato in conferenza travestito da Zorro, si trovò mutato in un individuo mostruoso, ops, scusate: in un Paulo Fonseca nella versione guappa-plus. Metamorfosi di un allenatore, tutti i particolari in cronaca. E dunque: Fonseca pagherà con nove mesi di squalifica il “comportamento intimidatorio e minaccioso” tenuto durante l’aggressione all’arbitro Millot, che lo aveva espulso durante la partita tra Lione – la squadra che allena e allenerà, vista la conferma arrivata direttamente dal presidente – e Brest.
Paulo Jekyll e Fonseca Hyde
L’ex Zorro aveva affrontato l’arbitro come si fa nelle puntate più truci di Prison-Break, andando allo scontro, testa a testa (tra l’altro, pettinatissima, la sua). Inizialmente si era parlato di sette mesi di stop, ma la Federazione francese – come si dice in questi casi – ha usato il pugno duro. La moglie di Fonseca, Kateryna, sui social ha manifestato la propria incredulità: “Una decisione folle, assurda e senza precedenti. Serve una giustizia onesta, non un’esecuzione pubblica”. Va da sé che gli avvocati del portoghese faranno ricorso (uno dei punti a difesa sarebbe lo stress per la situazione dell’Ucraina, patria della moglie), ma resta il fatto – piuttosto inspiegabile – della trasformazione di un allenatore che per anni è stato elogiato per l’eleganza nel porgersi, i modi sempre misurati e certo, un po’ manierati, ma comunque esemplari. Poi deve essere successo qualcosa. Dr Jekyll e Mr Fonseca. Come se un’infezione si fosse estesa un po’ alla volta, fosse cresciuta di stagione in stagione, accumulando rabbia, livore e un’acredine che cozza con la posa a cui l’uomo ci aveva abituato.
L’arrivo al Milan e gli attacchi agli arbitri
Quando poco più di due mesi fa – era la fine di dicembre del 2024 – Fonseca chiuse anzitempo la sua brevissima parentesi al Milan, lasciò San Siro poco prima dell’intervallo, espulso perché aveva messo in dubbio la reputazione della mamma dell’arbitro Fabbri, reo di non aver concesso un rigore ai rossoneri, impegnati quella sera contro la Roma. Ok, erano saltati i tappi, un attimo saltò anche lui; ma la tensione correva comunque sul filo da un po’. Venti giorni prima, dopo Atalanta-Milan, Fonseca aveva attaccato duramente l’arbitro La Penna e visto che c’era, pure tutta la categoria, accusata di “non rispettare il Milan”.
I primi segnali dopo un Roma-Cagliari
Già nel 2019 durante la sua prima esperienza italiana – all’epoca allenava la Roma – il portoghese, dopo il triplice fischio di Roma-Cagliari si era diretto con passi lunghi e ben distesi verso l’arbitro Massa, protestando vivacemente per un gol annullato ai suoi. Appariva in quell’occasione azzimato come al solito, a tradire il suo stato nervoso solo un movimento scomposto del ciuffo. Che poi se si va a scavare, si scopre che la carriera di questo allenatore è punteggiata da episodi-sintomi della sceneggiata di questi giorni. Sempre ai tempi della Roma, stavolta nel 2020 e contro il Sassuolo, si vide sventolare un cartellino rosso dall’arbitro Maresca, mentre – era appena finito il primo tempo – gli stava rimproverando qualche decisione sbagliata. Scrisse il Giudice Sportivo che “…si avvicinava al direttore di gara con fare aggressivo proferendo parole irrispettose”. Poi ogni volta si è scusato, certo. Salvo ricascarci di nuovo.