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È Juve contro Napoli, Tudor l’antidoto al dominio di Conte

In attesa della partita della Cremonese, sono rimaste solo due squadre a punteggio pieno in serie A. L’incognita per i campioni d’Italia è il doppio fronte campionato-Champions. Bianconeri imperfetti, ma la loro forza è il carattere

Tre settimane appena e si è già formata una coppia fissa, naturalmente di rivali, con la possibilità dell’estemporanea intrusione della Cremonese, impegnata lunedì sera a Verona: Juventus e Napoli, Juventus contro Napoli, anche se, a spostare lo sguardo dal mero dato numerico della classifica per puntarlo sulla polpa delle prestazioni, sembrerebbe piuttosto Napoli contro Napoli, come se Conte fosse già in fuga. Non lo è in effetti contando i punti, ma nessuno ha dominato le partite (due su tre, perlomeno) con la stessa nonchalance dei campioni d’Italia che, tra due trasferte spianate di ogni difficoltà, hanno saputo anche vincere soffrendo, contro il Cagliari: il rendimento della squadra è assolutamente coerente con le conseguenze del calciomercato, senza dubbio il migliore della serie A, ma ora serviranno riscontri anche in Champions, la competizione che a Conte è sempre andata di traverso. Napoli contro Napoli ha anche questo senso: è la sfida a essere sé stessi su due fronti diversi.

Juventus umile e famelica

La Juve i suoi nove punti (non partiva così rapida dal 2018, con Allegri e Ronaldo) se li è invece sudati con l’applicazione degli umili e la famelica voracità di chi ha troppi digiuni da smaltire. Al contrario del Napoli, i bianconeri sono un meccanismo ancora imperfetto (conseguenza, in questo caso, anche di un mercato contraddittorio) ma hanno vampate caratteriali che infiammano momenti della partita: contro l’Inter, hanno fatto la differenza con una squadra che gioca in smoking senza accorgersi che la serata di gala è ormai finita.

Napoli, difesa impenetrabile

Sulla dialettica, Conte ha sempre il freno a mano tirato, ma sa di avere la responsabilità di essere favorito. I pensieri di Tudor sono invece difficili da stanare: “Ho la mia opinione, ma la tengo per me”. L’impressione? Per sentirsi in corsa, invoca l’allineamento di diversi pianeti. Il Napoli ha una difesa impenetrabile, specie ora che ha recuperato Buongiorno. La Juve meno, nonostante Bremer. A centrocampo non c’è confronto: nessuno ha un quintetto del calibro di Lobotka, Anguissa, De Bruyne, McTominay e Politano. In attacco c’è invece equivalenza, ha forse addirittura qualcosa in più la Juve, che deve ancora integrare le potenzialità di David, Openda e Zhegrova. Sia Conte sia Tudor hanno tre centravanti, un lusso che risulterà prezioso specialmente quando si tratterà di risolvere partite imbruttite (o, nel caso di Openda, di castigarle con il contropiede), senza contare la batteria di dribblatori di una parte e dell’altra (Neres, Lang, Conceiçao, Zhegrova) ancora non sfruttata, perché al momento bastano e avanzano Politano e Yildiz.

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