FIRENZE – “Vivo questa esperienza in modo particolare, tra alti e bassi. Per me il calcio è una forma di espressione, senza non mi sento lo stesso, mi manca qualcosa”. Così Edoardo Bove, centrocampista della Fiorentina ospite dell’ultima serata del Festival di Sanremo, nel raccontare quanto sta vivendo dopo il malore cardiaco accusato nella partita del 1° dicembre scorso contro l’Inter.
“E’ come perdere la voce per un cantante, un grande amore, avere una grande perdita – ha spiega – mi sento incompleto, vuoto. So che ci vorrà tempo, tanto coraggio e mi sto facendo anche aiutare. Mi fa soffrire ma so che mi servirà per il futuro”. L’affetto ricevuto nei lunghissimi minuti successivi al malore, ha detto, “mi è arrivato in modo particolare, al di là delle bandiere e delle squadre e mi ha fatto capire la gravità della situazione. Senza il calcio mi sento incompleto, ma sono stato fortunato”.
Per la finale del Festival, invitato da Carlo Conti, non poteva non portare al conduttore a sua maglia autografata. D’altronde la fede calcistica di Conti è risaputa e porta dritto alla Fiorentina. Per la prima volta Bove ha raccontato la sua nuova fase della vita.
“Il motivo per cui sono qui oggi è per testimoniare l’importanza del primo soccorso”, ha spiegato. “Quell’episodio mi ha fatto capire quanto la linea tra la vita e la morte sia sottile. E quanto dipendiamo da chi ci è accanto, anche persone estranee. Se ci sarà più informazione sul primo soccorso saremo tutti più al sicuro”. Il giorno del malore, ha continuato, “mi sono svegliato in ospedale senza ricordare nulla, solo guardando le reazioni dei miei cari ma anche delle persone estranee che mi chiedevano come stessi ho capito quanta paura ci fosse stata di perdermi. Mi ritengo fortunato perché per come sono andate le cose è successo tutto nel posto giusto al momento giusto. Mentre mi sono arrivate testimonianze di persone che hanno perso cari e familiari per episodi simili perché non c’è stata prontezza nel soccorso”.
Il malore
L’ultima gara risale a due mesi e mezzo fa, quando si accasciò sul campo dell’Artemio Franchi al minuto 16 della sfida contro l’Inter di Simone Inzaghi. Quella che doveva essere una festa d’alta classifica, con lo stadio pieno e l’adrenalina a fior di pelle, si trasformò in un incubo dei più imprevedibili.
Qualche passo e poi Bove, 22 anni, in prestito dalla Roma dove è cresciuto e ha esordito tra i grandi, crolla a terra. I soccorsi tempestivi, la corsa in ambulanza all’ospedale Careggi di Firenze, la lunga degenza e l’impianto del defibrillatore. Per questo motivo la sua carriera, almeno in Italia, è sospesa. I protocolli di medicina sportiva non consentono, infatti, di poter tornare a praticare attività agonistica dopo l’impianto del dispositivo interno. Grazie a una deroga che la Fiorentina ha ottenuto dalla Federazione, però, Edoardo, centrocampista anche in ottica nazionale, vive a stretto contatto col tecnico dei viola Raffale Palladino e con tutti i suoi compagni di squadra. Una routine simile a quella da calciatore ma in borghese: dagli allenamenti, ai quale assiste e a volte dirige come collaboratore tecnico, ai pranzi e alle cene di squadra. Compresa la partita, con la vita all’interno dello spogliatoio e la grande concentrazione in panchina a fianco dei giocatori e dello staff di Palladino.
A giugno il ritorno alla Roma
Rimarrà un tesserato dei viola fino a giugno, quando il prestito si esaurirà e tornerà alla Roma. In attesa di comprendere cosa accadrà e quale potrà essere il suo futuro. Nei giorni scorsi si è espresso anche Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i giovani: “Lo incontrerò anche io nei prossimi giorni perché voglio capire, non soltanto da lui ma anche dai medici che lo hanno preso in cura. Avremo modo di parlare con chi dovrà occuparsi di rivedere eventualmente i protocolli medico-sanitari per capire se ci possano essere soluzioni che consentono anche a chi ha avuto il suo problema di poter tornare a giocare, come avviene in Inghilterra”.Attualmente è possibile tornare a giocare in altri campionati: la Premier League, appunto, ma anche la Liga spagnola e la Bundesliga tedesca. Il palco di Sanremo è pronto ad accendersi anche per lui e il sorriso sarà contagioso. “È un esempio, un ragazzo, un campione che, nel pieno della sua attività, vede a un certo punto fermarsi questo mondo – ha detto Carlo Conti – Verrà non solo a presentare un cantante, ma a raccontare come sta vivendo questa fase e quali speranze ha per il futuro”.