L’uomo nella foto in realtà sono due. Uno si chiama Hossam, l’altro Ibrahim. E no, non sono la versione maschile delle gemelle di Shining. Di cognome fanno Hassan. Fratelli gemelli, al di là di ogni ragionevole dubbio. Uno è il ct dell’Egitto, l’altro il suo vice. O viceversa, chi può dirlo con certezza? I gemelli Hassan sono in carica da quest’anno, dall’inizio di febbraio. Anzi: il ct Hossam è in carica, il gemello Ibrahim è in carico (al fratello). Hossam Hassan non è uno qualunque, nessuno potrebbe immaginarlo, meno di tutti Ibrahim che – se così fosse – avrebbe seri problemi di identità.
Chi è Hossam Hassan, ct dell’Egitto
Hossam Hassan, 58 anni, sì, esattamente come Ibrahim, nati entrambi il 10 agosto del 1966 al Cairo, è uno dei calciatori più forti nella storia dell’Egitto. Giocava in attacco, goleador con le maglie di Al-Ahly e Zamalek, club con cui ha messo in bacheca più di 30 trofei in carriera, compresi 14 titoli nazionali. Nel curriculum anche esperienze in Grecia (Paok) e Svizzera (Neuchatel). Detiene tra l’altro il record di reti (68) segnate con la propria nazionale. Per dire della sua caratura di campione: Momo Salah gli sta sotto, fermo a 58 reti. Non a caso lo chiamavano “il Maradona del Nilo”. HH – ricorda qualcuno? – allena da dieci anni.
Chi è Ibrahim Hassan
Suo fratello Ibrahim in Egitto è altrettanto noto. Terzino, lui, ha giocato 125 partite in nazionale, dalla fine degli Anni 80 all’alba del Duemila (suo fratello Hossam invece 176). Quel che stupisce (e inquieta) è che la carriera dei due gemelli ha sempre percorso binari paralleli. Dal 1984 al 2004, per vent’anni secchi, Hassan e Ibrahim hanno sempre giocato negli stessi club; poi deve essere successo qualcosa. Forse lo specchio –come nei peggiori incantesimi – si è rotto. E il riflesso ha restituito a uno la verità dell’altro.
I gemelli nel calcio
Comunque: sono gemelli omozigoti, gli Hassan. Cioè nati da una singola cellula uovo fecondata da uno spermatozoo: condividono il 100 per cento dei loro geni. Nel mondo la percentuale è di 4/1000. Qualcuno di loro gioca (o ha giocato) a calcio. In Olanda c’è una sorta di tradizione, dai Van de Kerkhof (Willy e René, basettoni Anni 70, chioma da rockstar, shampoo solo alle feste comandate) ai simpaticissimi (emoticon che ride) Ronald e Frank De Boer. In Argentina ecco Guillermo e Gustavo Schelotto, che pure da allenatori sono inseparabili. In Italia ci sono stati i due Zenoni (Cristian e Damiano), oggi ecco i Ricci (Federico del Perugia, Matteo della Sampdoria) ma nell’immaginario collettivo i gemelli per antonomasia sono i Filippini, i bresciani Antonio ed Emanuele. Brescia, Palermo, Lazio, Livorno e Treviso tra le squadre condivise. Una volta, al Brescia, Mircea Lucescu – a fronte dell’ammonizione di Emanuele – chiese ai due di scambiarsi la maglia. Voleva ingannare l’arbitro. Feriti nell’orgoglio, i Twins rifiutarono sdegnati. A margine: erano gemelli anche James e Jason Derrick, quelli della Catapulta infernale in Holly e Benji, ma questo è un altro cartone animato.