Empoli – Nel calcio al tempo dei calendari senza posa e del Var, che in Italia sta abituando gli arbitri a non decidere, tanto poi c’è il giudice d’appello, possono spuntare partite come questa: non troppo entusiasmanti, per usare un eufemismo, e archiviabili alla voce come volevasi dimostrare. L’Inter ha vinto con facilità, perché è manifestamente più forte dell’Empoli, ma anche perché le circostanze le hanno spianato ulteriormente la strada, consegnandole oltre un’ora in 11 contro 10 per la gratuita entrata da espulsione di Goglichidze su Thuram, smascherata al video dopo la parziale assoluzione di Marchetti (cartellino giallo).
«La cronaca della gara»
Lo sgretolamento della muraglia di D’Aversa, dopo le crepe del primo tempo, è stato a quel punto fisiologico e non per caso l’ha provocato nella ripresa l’ex empolese Frattesi, la cui doppietta con duplice incursione in area ha ripercorso le modalità sperimentate in Nazionale, dove è lui il goleador di Spalletti: l’assalto alla maglia da titolare nell’Inter è progressivo. Così Simone Inzaghi non ha perso di vista Conte, che rimane al momento la più credibile unità di misura nella gara per lo scudetto, avendo il Napoli e l’Inter, quando non indulge alle distrazioni difensive, un’inclinazione al pragmatismo molto simile.
La pazienza dell’Inter
L’approdo alla meta è stato stavolta dettato dalla pazienza. Tre giorni dopo la pirotecnia del 4-4 con la Juventus e una settimana prima del duello della verità europea con l’Arsenal, inframmezzato dalla partita preparatoria col Venezia in cui Çalhanoglu dovrebbe fare le prove di Champions, l’Inter ha ballato a ritmo lento, quasi circospetto, studiando i passi come in una sala di tango. Eppure ha dilagato lo stesso, favorita dalla trama, in cui il tango c’entra davvero: Lautaro Martinez, che pure è ancora in ritardo nell’amata classifica cannonieri, ha firmato il 3-0 verso il crepuscolo della partita con un rasoterra diagonale, diventando con 134 reti (sorpassato Nyers) lo straniero più efficace della storia interista. Il record è stato favorito dall’incauto passaggio del portiere avversario Vasquez, che ha offerto a Barella il pallone dell’assist (“Potevo segnare, ma ho capito il suo momento”). Ma si è trattato dell’unica sbavatura di una serata notevole, nella quale il colombiano, di fatto offerto al comodo riscatto dal prestito del Milan, si è confermato tra i migliori del campionato nel ruolo, ritardando con un balzo su testata di Bastoni l’inizio del tracollo. Che peraltro sarebbe potuto cominciare quasi subito, se il Var non avesse scovato un rimpallo sulla mano di Darmian, autore di un gol precoce quanto la successiva espulsione di Goglichidze: due episodi sfuggiti a Marchetti.
La rotazione dei registi
Tra le note a margine vanno annotati la rotazione in regia tra Barella, Mkhitaryan e poi un po’ anche Zielinski: hanno tenuto in caldo il posto a Çalhanoglu. Inzaghi ha chiosato con sollievo la vittoria, dopo i 4 gol incassati dalla Juventus: “Non abbiamo risposto a Conte, ma a noi stressi”. Lautaro ha ammesso il dispetto per il settimo posto al Pallone d’oro: “Mi aspettavo di più. A volte questi premi non sono giusti”.
Empoli-Inter 0-3 (0-0)
Empoli (3-4-2-1): Vasquez – Goglichidze, Ismajli, Viti – Gyasi (31’ st Sambia), Maleh (12’ st Henderson), Anjorin (12’ st Pezzella), Cacace- Solbakken (1’ st De Sciglio), Fazzini – Colombo (19’ st Pellegri). All. D’Aversa
Inter (3-5-2): Sommer – Bisseck, De Vrij (33’ st Palacios), Bastoni (19’ st Pavard) – Darmian, Frattesi, Barella, Mkhitaryan (19’ st Zielinski), Dimarco (19’ st Dumfries) – L.Martinez, Thuram (Taremi). All. S.Inzaghi
Arbitro: MarchettiReti: 5’ e 22’ st Frattesi, 33’ st L.Martinez
Note: Espulso al 31’ pt Goglichidze. Ammoniti Cacace, Bastoni Spettatori 15.706