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Esordio, gol e gloria: Mbangula come Recoba, Pato e Kvara. Prime volte da ricordare, l’inizio di una storia o l’abbaglio di una notte

Tutti i debutti felici si somigliano, ma ogni debutto con gol è straordinario a modo suo. Può essere l’inizio di una favola, ma può anche decretarne la fine

Tutti i debutti felici si somigliano, ma ogni debutto con gol è straordinario a modo suo. Può essere l’inizio di una favola, ma può anche decretarne la fine. Lunga carriera a Samuel Mbagula, 20enne belga di bella speranze, nome nuovissimo della nuova Juventus. Pronti, via: segnando al Como è entrato nella variegata compagnia di chi all’esordio in Serie A mette il proprio nome nel tabellino dei marcatori. Tutto, subito. Li chiamiamo predestinati, poi il destino decide a chi destinare cosa.

Mazzola, le interrogazioni e il gol

Per rimanere in casa Juve: Pietro Anastasi aveva 19 anni, sull’album Panini avevano sbagliato il suo nome – Piero – a Catania dov’era nato lo chiamavano “U Turcu” per via della carnagione scura. Bagnò il suo debutto in A – Juventus-Fiorentina 1967 – con un gol. E non smise più di segnare. Sandrino Mazzola aveva 17 anni, studiava Ragioneria, 4ªF. Quella mattina aveva tre interrogazioni: matematica, economia politica e inglese. Le sostenne, all’intervallo un taxi lo portò da Milano a Torino. Era il 10 giugno 1961, un sabato. Il campionato era finito, anche se non era finito. Recupero di Juventus vs Inter, dopo settimane di polemiche e veleni. Moratti per protesta mandò in campo i ragazzi della Berretti. Una mattanza: 9-1. Il gol della bandiera per l’Inter lo segnò Sandrino, su rigore, battendo Mattrel. Gli tremavano le gambe, la voce pure.

El Chino Recoba lascia subito il segno

Alvaro Recoba apparve a San Siro l’ultimo giorno di agosto del 1997. Aveva 21 anni, il piede sinistro di Dio. Entrò a venti minuti dalla fine al posto di Ganz. L’Inter stava sotto 0-1 col Brescia. Era il giorno dell’esordio di Ronaldo il Fenomeno, dal nulla sbucò El Chino. Pim-pum. Due fiondate, due gol. Inter-Brescia 2-1. San Siro in estasi, era nata una stella. A proposito: quella domenica per il Brescia il gol – il primo dei suoi 74 in A – lo aveva segnato Dario “Tatanka” Hubner, anche lui al debutto dopo stagioni di lunga gavetta.

Pato, sempre in gol all’esordio

Certi califfi hanno il piede che brilla. Il giapponese Hidetoshi Nakata esordì con una doppietta alla Juventus (Perugia-Juventus 3-4, campionato 1998-99). Bruciare tutto, farlo in fretta: Pato, lui. Gennaio 2008, fuochi d’artificio e debutto con gol in Milan-Napoli 5-2. Il brasiliano era uno specialista: sempre in gol all’esordio con la nazionale brasiliana, il Corinthians e il Chelsea. Premesse, promesse. Mantenute poco, colpa degli infortuni.

L’Italia scopre Kvara

Più di recente: il 19enne Lazar Samardži? al suo debutto in A – agosto 2021 – da subentrato ha deciso Udinese-Spezia con un colpo di magia. Ognuno può fare del gol al debutto un piedistallo, oppure scoprire che è una buca. Khvicha Kvaratskhelia è un campione, ma quando due anni fa – agosto 2022 – debuttò in Serie A al Bentegodi – e segnò un gran gol – era uno sconosciuto calciatore con un nome da codice fiscale che arrivava da dove? Ah sì, dalla Georgia. E’ l’inizio della storia, quando la vita prende forma.

Russo, un gol e basta

Eppure esiste anche l’altra faccia della luna. Un tiro, un gol. Chiedimi se sono felice. Un titolo in prima pagina, poi l’oblio. Chi se lo ricorda Nello Russo? Anni 18, 19 il numero di maglia, 76 il minuto di Inter-Udinese in cui Marcello Lippi lo mandò in campo, 89 il minuto in cui segna ed entra nella storia. Ronaldo gli fece i complimenti, Baggio lo menzionò nella sua biografia, sottolineando come Lippi – i due si detestavano – gli avesse preferito persino uno sbarbatello, l’ultimo della rosa. Primo gol alla prima presenza in A, resterà l’unica. Per Russo addio sogni di gloria, carriera periferica.

Arioli punge una sola volta

Di Giovanni Arioli non avete mai sentito parlare. Lo chiamavano “Ape”, perché in area avversaria era fastidioso, per l’appunto, come un’ape. Mantovano di Goito, debuttò in A col Parma a Piacenza, marzo 1996. Nevio Scala gli disse: te la senti? Se la sentiva. Entrò, segnò. Poi uscì per sempre dalle cronache del pallone: caviglia rotta, menisco, due tibie fratturate, un’ernia, infortuni in catena di montaggio, cadute e ricadute, tentativi e false ripartenze. Brilla una stella, anzi no: è solo un abbaglio.

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