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Esultanza avvelenata, se il passato è un conto da saldare: Italiano, Zaniolo e la dura vita dell’ex

Il modo in cui il tecnico del Bologna ha festeggiato il successo contro la Fiorentina, sua vecchia squadra, ha provocato la reazione stizzita del club viola. Poche settimane fa l’episodio dell’attaccante dell’Atalanta a segno contro la Roma, ma c’è chi dopo una rete al suo passato è scoppiato in lacrime

La rabbia in corpo, lezione di Italiano. Dopo certe esultanze il rischio è di venire compresi, mica equivocati. Perché essere ex – di questi tempi – significa non dover mai dire: mi dispiace. Italiano esulta saltando come un folletto (ma scomparendo subito dentro il tunnel che porta agli spogliatoi, come fa sempre) dopo la vittoria del Bologna sulla Fiorentina. Tutto legittimo, dovrebbe forse inginocchiarsi sui ceci? Però si becca la reprimenda di Pradè, con cui ha lavorato tre anni a Firenze. Pradè si è sentito offeso: “Ha mancato di rispetto e capito tante cose sull’uomo”. Italiano si è sentito offeso dall’offesa di Pradè: “Ha esagerato”. Non se ne esce.

Zaniolo bacchettato da Gasperini

Da tempo chi esulta lo fa per rivendicare qualcosa. Un torto subito, un presunto affronto, un’infedeltà sofferta. O più banalmente: il passato. L’esultanza di Zaniolo contro la Roma due settimane fa, poi – sabato sera – a sfidare gli insulti dei cagliaritani. Nel mentre, Gasperini lo bacchetta: Nicolò, anche no. Cuori ingrati, vedi alla voce Altafini dopo il famoso gol dell’ex – da juventino – che a metà anni 70 smontò le velleità-scudetto del Napoli.

Vlahovic e la lite con i tifosi

Ormai l’analisi delle esultanze polemiche è un campo largo dove – per troppa frequentazione – si sta stretti. Addavenì Vlahovic che esulta senza prendersela con qualcuno. Una volta – dopo la doppietta al Genoa – fa con la mano il gesto del “parla, parla” (niente di nuovo: l’aveva già fatto l’anno scorso di questi tempi quando aveva interrotto un’astinenza); un’altra – l’altra sera contro il Venezia – viene tirato per la giacca e – sotto la curva – va allo scontro con un tifoso che gli rovescia addosso tutto il veleno del mondo. Tutti i particolari in cronaca, anzi no: sui social. E’ lì che ci si scusa come ha fatto Vlahovic, si spiega, ci si piega al quieto vivere.

Mbappé zittisce il pubblico

E comunque l’esultanza avvelenata è un’abitudine diffusa in tutto il mondo. Ecco Mbappé che dopo una doppietta al Brest esulta mettendo una mano davanti alla bocca e con l’altra zittisce il pubblico: provocazioni, esattamente come quelle di Yamal e Rapinha che pochi giorni prima – con il Barcellona che aveva travolto il Real Madrid – hanno imitato l’esultanza originale di Mbappé. Ecco Cristiano Ronaldo – a febbraio di quest’anno – che per rispondere ai tifosi avversari che inneggiano al suo eterno rivale, Messi, si infastidisce, porta le mani alle orecchie e si tocca – ciao eleganza – l’inguine. E così fa scattare l’indagine del Comitato disciplinare della Federcalcio saudita, che lo accusa di “comportamento immorale”. Ecco Theo Hernandez che – una settimana dopo l’ammutinamento durante il cooling break chiamato da Fonseca all’Olimpico – segna un gol al Venezia e zittisce tutti. Lesa maestà, certo.

Il dito puntato di Chinaglia, le lacrime di Batistuta

Brutti gesti, come quello di Pellegri un anno e mezzo fa quando – con la maglia del Toro contro la Sampdoria – da tifoso ed ex del Genoa andò a provocare i tifosi blucerchiati. O come quello dello juventino Maresca, che dopo un gol alla fine di un derby corse per il campo mimando il gesto delle corna. L’intenzione era quella di prendere per i fondelli Ferrante, che festeggiava i gol in quel modo là. E infine, salto indietro nel tempo: iconico – per i tifosi laziali – ecco Chinaglia che nel’adrenalina da derby vinto esulta a labbra serrate, puntando il dito verso la curva della Roma. Però c’è chi si distingue: il Batistuta giallorosso che dopo un gol segnato alla Fiorentina si mise a piangere, lì, al limite dell’area e dei ricordi, a un passo dall’abisso dove il passato torna a visitarci, cogliendoci impreparati.

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