Una piccola crisi, una grande paura, e una immensa capacità di reagire. Ci sono qualità che regalano serate così e migliorano le stagioni (delle squadre). Quella della Roma è stata accettare il momento difficile e essere stata subito capace di ripartire. Di ottenere quello che voleva. Senza alcun complesso di inferiorità (calcistica), paura, crollo emotivo. Dimenticare il passato. Subito. C’era il tempo e c’erano i minuti di recupero. Che regalano a Shomudorov il 2-1: ultima cosa vista prima del fischio finale.
La capacità di crederci fino in fondo
Se la gioia arriva prima di andare negli spogliatoi è perché la Roma ha avuto la capacità di crederci sempre e fino alla fine. Dal gol dell’Athletic Bilbao con Inaki Williams, di testa su calcio d’angolo dopo appena 5 minuti del secondo tempo, al pareggio di Angelino sono passati appena 6 minuti e non senza emozioni. Perché la Roma ha cercato subito l’1-1 e il pari è arrivato con lo spagnolo, ma non prima di aver sprecato con Baldanzi e Pisilli. Lo ha fatto spesso, crea e distrugge: lo aveva fatto con Dovbyk che scivola davanti al portiere avversario, Agirrezabala, nel primo tempo, e con la traversa di Dybala.
Ranieri controlla e affonda nel finale
Ma ha gestito la partita in modo impeccabile: ha controllato il primo tempo lasciando il possesso palla ai baschi per inibire la loro specialità, le ripartenze a campo aperto. Ha alzato il baricentro per cercare il pareggio, ha controllato fino ai minuti di recupero. Poi Ranieri cambia tutto il blocco offensivo e stravince con le forze fresche nel finale con Shomurodov che si regala il 2-1.
L’Olimpico che ha avuto un ritorno di fiamma per la squadra con migliaia di bandiere tutte uguali, con striscioni e cori per tutta la partita è stato ripagato. Ha dato tanto, sarebbe stato un delitto non avere niente in cambio.