Difendere il proprio figlio a tutti i costi. Andando oltre il limite consentito. Ha dell’incredibile quanto successo allo stadio Herti Allmend di Zug, in Svizzera, dove il papà del giovane calciatore dello Zurigo, Labinot Bajrami, ha tirato dagli spalti un ombrello verso l’allenatore olandese Ricardo Moniz, reo di aver tolto dal campo il figlio dopo appena 18 minuti.
La furia del padre
I fatti risalgono allo scorso 19 agosto, giorno della partita di Coppa Svizzera tra il modesto Zug, che milita nella 2. Lega Interregionale, e il più blasonato Zurigo. Al 60′, sul punteggio di 0-2, il tecnico della squadra ospite ha deciso di inserire il giovane 19enne Bajrami, prodotto del settore giovanile del club biancoblù. La sua partita è durata però soltanto una manciata di minuti, 18 per l’esattezza. Moniz infatti lo ha richiamato in panchina a causa dello scarso impegno. Il diretto interessato non l’ha presa affatto bene, tornando direttamente negli spogliatoi sbattendo la porta e lasciandosi sfuggire qualche parolina di troppo. Ma peggio ha fatto suo padre che, irritato per la sostituzione, ha lanciato un ombrello verso l’allenatore olandese, per sua fortuna non colpito dall’oggetto. Da notare che il “teatro” di questa tensione è stato il piccolo stadio di periferia Herti Allmend, dove le tribune e le panchine sono separate da pochissimi metri, il che ha reso ancora più pericoloso il gesto di follia di Bajrami senior, immediatamente portato via dalle forze dell’ordine.
Il tecnico minaccia le dimissioni
L’arbitro Fedayi San è stato costretto ad interrompere momentaneamente la partita. Sul terreno di gioco è arrivato anche il presidente dello Zurigo, Ancillo Canepa, che ha contributo a riportare la calma. A fine gara però Moniz si è sfogato con la stampa, minacciando addirittura le dimissioni: ”Non ho mai vissuto qualcosa di simile in tutta la mia carriera, questo è un capitolo buio. Devo riflettere con la mia famiglia: l’ombrello appuntito mi ha mancato di pochi centimetri, la mia sicurezza non può essere messa a rischio”.
Non è il primo episodio che vede Moniz protagonista
Quello di togliere un subentrato dalla panchina dopo pochi minuti sembra essere un vizio da parte di Ricardo Moniz. Il 60enne tecnico olandese, da aprile alla guida dello Zurigo e autentico giramondo (ha allenato in 10 nazioni diverse), nella prima giornata del campionato elvetico, il 20 luglio sul campo dello Yverdon, aveva inserito al 26′ il difensore israeliano Leidner, poi però sostituito all’intervallo (probabilmente a causa di un’ammonizione rimediata poco dopo l’ingresso in campo). E poi ancora l’8 agosto, nel match di playoff di Conference League contro i portoghesi del Vitoria Guimaraes, Moniz aveva inserito all’inizio della ripresa l’attaccante congolese Okita, per poi richiamarlo in panchina al 63′. Bajrami è dunque soltanto l’ultimo malcapitato dei metodi decisamente ferrei dell’allenatore. I risultati tuttavia sembrano dargli ragione: lo Zurigo attualmente è primo in classifica nel campionato svizzero con 10 punti in 4 partite. Le regole però sono chiare: chi non si impegna, è fuori.