Questo sito contribuisce alla audience di
 

Fabio Cannavaro: “Solo applausi per Conte ma non sono certo che resterà…”

“Occhio all’Inter, non è finita: Inzaghi non è appagato
per la finale Champions e il Napoli deve ancora lottare per lo scudetto”

Un Pallone d’oro è per sempre, anche se da “grande” Fabio Cannavaro s’è lasciato alle spalle il suo glorioso passato da calciatore e si sta umilmente rimboccando le maniche, convinto com’è di poter raggiungere traguardi eccellenti pure nella sua nuova carriera in panchina. «A Zagabria non è andata bene, al di là della vittoria in Champions contro il Milan e di un’esperienza comunque formativa. Sono incappato nella peggior gestione societaria della Dinamo in 20 anni e di buttarmi nel fuoco mi sono un po’ stancato, facendomi carico in corsa dei problemi creati da altri. Mi prenderebbe lavorare su un progetto dall’inizio». Era quello che si aspettava dopo la salvezza conquistata a Udine. «Invece vedo che è difficile e non capisco perché. Ma ho il fuoco dentro, aspetterò». Intanto l’ex difensore della Loggetta, campione del mondo nel 2006, si gode la sua Napoli e sente crescere la febbre scudetto. «Domenica il Maradona sarà una bolgia, nonostante l’atmosfera strana che si respira in città…».

Perché strana, Cannavaro?

«Non c’è lo stesso entusiasmo di due anni fa, sento lamentele sul gioco della squadra. Ma il Napoli è vicino allo scudetto e il resto non conta. Vogliamo capirlo o no?».

Dietro le vittorie c’è troppa sofferenza, magari è per quello…

«Capisco la sofferenza, ma dietro le vittorie per 1-0 c’è tanto lavoro e anche della bellezza: quella della organizzazione. La lamentele sul gioco del Napoli proprio non le capisco. Si può perdere pure con il 75 per 100 di possesso palla e 25 tiri in porta: a me è capitato sul campo e poi in panchina. E non mi è piaciuto. L’obiettivo di tutti gli allenatori è migliorare i propri giocatori, dare un’identità forte alla squadra, ma quando perdi stai male. Invece nei successi di misura c’è emozione».

Conte ha parlato di “miracolo”.

«Non parlerei di miracolo, dal punto di vista tecnico: c’era lo zoccolo duro dei protagonisti del terzo scudetto e altri giocatori di valore sono stati aggiunti. Ma questo non toglie che Conte sia stato super: ha creato una squadra che non molla mai e ha gestito bene anche la società, che sembrava un porto di mare. Ora parla solo lui ed è un gran bene».

Basterà per lo scudetto?

«Il Napoli non deve mollare nulla fino all’ultima giornata, perché dietro a una corazzata. Più si andrà avanti e più aumenteranno le pressioni. Ma Antonio ha grande esperienza e lo sa. L’Inter non mollerà il campionato, anche se ha raggiunto il traguardo della finale di Champions e la giocherà da favorita. Con il Barcellona è stato uno spettacolo: due filosofie al confronto, partite del genere fanno molto bene al calcio».

L’Inter vince la Champions e il Napoli lo scudetto: affare fatto?

«Sarebbe l’epilogo perfetto per tutti, in particolare per il calcio italiano. Ma occhio alle finali, sanno essere bastarde…».

Sarebbe più sorpreso dallo scudetto del Napoli o dal trionfo in Champions dell’Inter?

«Di più dell’Inter vincitrice in Champions, il Napoli ha una struttura forte, sottovalutata».

Anche dopo il vulnus del mercato invernale?

«Parliamoci chiaro. La cessione a gennaio di Kvaratskhelia avrebbe fatto arrabbiare anche me, da allenatore. La reazione di Conte è stata normalissima ed è servita anche a mandare due messaggi. Ai giocatori di non mollare e alla società per rimarcare l’accaduto»,

Lo scudetto rimarginerebbe tutte le ferite?

«Non sono così certo che Conte resterà a Napoli, se allude a questo. In tanti vincono e vanno via e sono convinto che Antonio chiederà delle garanzie forti per rimanere, magari un mercato da 300 milioni. Lui è sempre stato molto bravo a farsi prendere i giocatori. Vediamo che succede alla fine del campionato. Adesso a Castel Volturno saranno tutti concentrati solo sull’obiettivo da raggiungere, non sul futuro».

C’è un segreto del Napoli che non è stato messo abbastanza in risalto, a suo giudizio?

«Forse il ruolo straordinario di Oriali, che ho avuto con me al Parma e all’Inter. Lele è un valore aggiunto enorme, perché è un uomo che sa di calcio e gode per questo di grande credibilità, chiunque sia il suo interlocutore».

Tre partite alla fine: il traguardo è vicino.

«Ma c’è ancora da lottare, perché dalla vittoria contro il Barcellona sono sicuro che l’Inter abbia ricavato una spinta enorme. Guai a pensare che si faranno da parte in anticipo, per pensare fin d’ora solamente alla Champions. Non succederà. Inzaghi ha dimostrato che non lascia niente al caso».

Pure il Napoli ha Conte, però…

«Antonio sa benissimo che contro Genoa, Parma e Cagliari dovrà fare filotto, altro che calcoli. Tre vittorie per 1-0? Non prendere gol è la strada giusta per lo scudetto»

Segui tutte le ultime notizie di sport

Next Post

Arsenal 'can't look back' after Champions League elimination - Arteta

Gio Mag 8 , 2025
Arsenal boss Mikel Arteta says it's difficult to express the pain after their defeat to PSG in the semi-final

Da leggere

P