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Farioli, addio all’Ajax dopo lo scudetto olandese perso in volata

Il 36enne tecnico italiano, che ha perso il titolo dopo aver sciupato un +9 a quattro giornate dalla fine, lascia la panchina dei lancieri dopo un solo anno. “Io e il club abbiamo gli stessi obiettivi ma visioni e tempi diversi”. Il futuro può essere in Premier

Ha versato lacrime di ogni tipo, di tristezza e di frustrazione, di rabbia e di orgoglio, di delusione e infine di addio, perché l’ultimo atto del lucchese Francesco Farioli sulla mitologica panchina dell’Ajax, poco prima di consegnare le dimissioni (un’intenzione che aveva maturato da mesi), è stato quel pianto a dirotto, accasciato sul prato della Cruijff Arena di fronte a 55.000 tifosi emozionati quanto lui che gli dicevano grazie, grazie per una delusione tanto bruciante, per le illusioni morte così, per i ribollimenti dell’anima di un popolo abituato a vincere tanto e spesso facilmente ma che ha saputo riconoscere il valore di una sconfitta – campionato perso per un punto e per colpa di due gol al 99’ – che resterà nella storia di un club così storico. E ci resterà come ricordo dolce, non come smacco da digerire.

Il crollo dell’Ajax

È andata che nelle ultime cinque giornate l’Ajax ha dilapidato nove punti di vantaggio sul PSV, in casa del quale era andato a vincere (2-0) il 30 di marzo. Tutto è cominciato con un crollo improvviso contro l’Utrecht: 4-0, quattro gol incassati, quattro pali colpiti. Sarebbero comunque bastate un paio di vittorie nelle ultime quattro giornate, cioè la normalità (fin lì, l’Ajax aveva vinto 23 volte su 30). Invece la squadra si è sgretolata e mentre tutti dicevano a Farioli di stare tranquillo (che vi vuole a liquidare un paio di squadrette di medio-bassa classifica?, lo rassicuravano), lui ha intuito che il mondo gli stava crollando attorno: “Ho sempre avuto la capacità di capire in anticipo cosa succederà. È andata così pure stavolta”.

La sconfitta in casa con il NEC Nijmegen

Così è arrivato ancora l’assurdo pareggio contro lo Sparta Rotterdam (gol dello Sparta al 95′, pareggio dell’Ajax al 97′, altri quattro pali colpiti), che ha seminato altre insicurezze nonostante il raggio di sole di quella rete disperata all’ultimo secondo, ma la maledizione dell’impossibilità di vincere si è materializzata alla terz’ultima giornata, quella teoricamente più favorevole. Il PSV giocava alle 14.30 in casa del Feyenoord terzo in classifica, fino al 50′ stava sotto 2-0 ma un gol di Perisic ha avviato la rimonta, conclusa con il 3-2 di Noah Lang al 99′, un attimo prima che l’Ajax scendesse in campo contro il modesto NEC Nijmegen. Ma gli ajacidi si sentivano di aver perso ancora prima di cominciare e si sono lasciati travolgere in casa (0-3).

Il pari con il Groningen e il sorpasso del Psv

Panico. Eppure nulla era perduto. Sarebbe bastato vincere a Groningen, ma anche lì è stato decisivo un altro incredibile gol al 99′, nell’ultimo assalto di una squadra che non aveva nulla da chiedere al campionato ma che ha sputato l’anima con accanimento, festeggiando il pareggio come fosse un trionfo secolare. A quanto pare, l’anima della festa è stato Vaessen, portiere del Groningen, un ultrà del Psv. Al posto di Farioli non sareste scoppiati in lacrime anche voi?

Farioli, con il club rapporto burrascoso

Farioli non ha però deciso di andarsene per questo: la decisione l’aveva maturata da tempo, nonostante il contratto valido fino al 2027. Con la società i rapporti sono stati sempre burrascosi, lui ha raccolto una squadra che aveva chiuso l’ultimo campionato a 35 punti dal PSV e 28 dal Feyenoord e l’ha rimessa in strada destreggiandosi tra il caos societario, un mercato inesistente e un vivaio destrutturato, senza quasi più attinenza con il settore giovanile tra i più produttivi del mondo. Ha creato un grande feeling con la squadra e la tifoseria, che ha capito che per il titolo ci sarebbe voluto un miracolo, vista l’enorme differenza di potenziale con le due rivali, che tra l’altro sono approdate agli ottavi di Champions League.

Il motivo dell’addio

I nervi si sono logorati, le offerte hanno cominciato ad arrivare e Farioli ha capito che non avrebbe potuto sopportare un’altra annata così, chiedendo programmazione e chiarezza e organizzazione senza chiedere nulla in cambio. “Il mio viaggio all’Ajax è iniziato quasi un anno fa con l’obiettivo di riportare l’Ajax al suo posto”, ha scritto nel messaggio di addio. “Essere il primo allenatore non olandese dell’Ajax dal 1998 e il primo italiano in assolutolub è stato un assoluto privilegio. Abbiamo vissuto momenti incredibili e indimenticabili tutti insieme: una stagione unica, intensa ed emozionante in cui abbiamo condiviso convinzione, grinta e orgoglio, raggiungendo finalmente il nostro obiettivo, portando a termine la nostra missione”. Cioè tornare in Champions. Quindi, il punto chiave: “Io e la dirigenza abbiamo gli stessi obiettivi per il futuro dell’Ajax, ma abbiamo visioni e tempi diversi su come dovremmo lavorare e operare per raggiungerli. Date queste differenze nei principi e nelle fondamenta del progetto, sento nel profondo del mio cuore che questo è il momento migliore per separarci”.

Il futuro di Farioli

Il suo futuro potrebbe essere in Premier, o almeno quella è la sua ambizione, dopo aver allenato in Turchia e Francia. In Italia sono sfumati i contatti con la Roma, ma c’è qualcosa in piedi con la Fiorentina. Il tempo non gli manca: ha appena 36 anni, è un testardo del segno dell’ariete, avrà ancora lacrime e sorrisi torrenziali da godersi.

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