OSLO – Dici Italia e ai norvegesi tornano a fare male le cicatrici di 31 anni fa, per la sconfitta a domicilio più bruciante della loro storia sportiva: staffetta 4×10 dello sci di fondo maschile. “L’anello olimpico di Lillehammer sembrava il Maracanà: 200 mila tifosi contro di noi, con sovrani e parlamento al completo in passerella per assistere alla gara regina dei Giochi invernali. C’era in palio la medaglia d’oro più prestigiosa di quell’edizione e pur di mettersela al collo avrebbero rinunciato a tutte le altre già vinte. Ricordo bene la loro delusione: gli rovinammo la festa”.
Racconti, Silvio Fauner.”Loro erano i più forti. Ma 4 anni prima avevamo vinto la medaglia d’argento ad Albertville e decidemmo quindi di osare il tutto per tutto, senza accontentarci…”.
Quale fu la mossa vincente?”Un’idea di De Zolt, condivisa anche da Albarello, Vanzetta e l’intera squadra. Di solito correvo nella prima frazione della staffetta, quella in cui è importante non farsi staccare. Invece mi toccò l’ultima. Ero veloce e non avvertivo le pressioni”.
Fu così che si trovò a tu per tu con un fenomeno di nome Bjorn Daehlie.”I miei compagni avevano tenuto duro per 30 chilometri, ebbi il testimone sulle sue code e gli rimasi appiccicato quasi fino al traguardo. Eravamo io e lui, soli”.
Poi la volata.”Le aveva provate tutte per staccarmi, ma dopo l’ultima salita ero ancora lì e ci guardammo negli occhi. Nei suoi vidi la paura. Partii in quel momento e non mi superò più, il coraggio aveva pagato”.
È così che si battono i norvegesi?”Credemmo nelle nostre capacità, fu decisivo entrare in gara determinati”.
Come reagirono i vostri avversari?”In Norvegia c’è una eccellente cultura sportiva, che parte già dalle scuole ed è diversa dalla nostra. L’amarezza per loro fu enorme, atleti e tifosi, ma non avvertimmo mai astio da parte loro. Erano passate appena cinque ore dalla gara e ci offrivano dovunque da bere e mangiare”.
In Brasile fecero scendere da un taxi Paolo Rossi, lei in Norvegia è ritornato?”Nel 2010 da ct della Nazionale. Avevo chiesto alla mia segreteria di prenotare un hotel sulle piste: tutto pieno. Chiamo io di persona e mi presento: sono Silvio Fauner. Trenta secondi di totale silenzio al telefono, poi una voce flebile. Ma quel Silvio Fauner? Sì. Ebbi venti camere…”.
Sarà accolta così bene anche l’Italia?”Il tifo in Norvegia è caldo, mai ostile. E anche sul campo mi aspetto fair play. Gli azzurri non dovranno avere paura”.
Haaland è come Daehlie…”Giusto rispettarlo, ma non temerlo. Il nostro segreto fu sfidarli a testa alta e credendo in noi stessi. Sono certo che anche per gli azzurri sarà lo stesso”.
C’è il palio il Mondiale, posta enorme.”Noi ci giocavamo l’oro e io preparai la gara con una bella dormita, lasciando le pressioni da parte. Entrare in campo in modo tranquillo, assaporando il piacere di competere e per dimostrare il proprio valore soprattutto a sé stessi: è questo il mio consiglio alla Nazionale di calcio. I risultati senza obbligo vengono meglio e l’importante è rendere conto soltanto ai compagni e all’allenatore, non ai milioni di ct che ci sono in Italia in tutti gli sport. Persino nello sci di fondo…”.