Castel Volturno – La parola d’ordine nello spogliatoio è più chiara che mai: guai ad abbassare la guardia. Non può essere qui la festa, anche se il caloroso assedio dei tifosi all’esterno dei vialoni del Training Center (sempre più blindati e transennati) è diventato ormai una dolcissima routine quotidiana. Grande entusiasmo pure alla ripresa degli allenamenti di ieri pomeriggio, con la squadra che si è ritrovata a Castel Volturno dopo un paio di giorni di ritemprante e provvidenziale riposo. L’attesa intorno al Napoli sta crescendo in maniera spasmodica e staccare per un po’ la spina ha fatto certamente bene agli azzurri, che corrono il rischio di essere schiacciati nella volata finale dalle pressioni e allo stesso tempo devono stare attenti a non farsi distrarre dalla contagiosissima febbre scudetto, che in città sta ormai dilagando in maniera quasi incontenibile. Il traguardo tricolore sembra del resto sempre più vicino, con 3 punti di vantaggio da gestire sull’Inter ad appena 270’ dalla conclusione del campionato.
Ma in realtà c’è ancora tanta strada da fare e nessuno può saperlo meglio di un pluridecorato come Antonio Conte, che nella sua carriera ha già vissuto spesso situazioni del genere e conosce dunque a memoria le trappole da evitare in un testa a testa così ravvicinato: ancora più difficile da affrontare per la forza – in campo e fuori – del diretto avversario. Il tecnico leccese ha il fondato timore che le restanti sfide contro Genoa (domenica sera al Maradona, ore 20.45), Parma e Cagliari siano destinate a trasformarsi in altrettante trappole e per questo ha messo di nuovo in guardia i suoi giocatori, ricordando a tutti che per mettere le mani matematicamente sul titolo c’è bisogno di aggungere all’attuale classifica perlomeno altri sette punti: l’equivalente di 2 successi e un pareggio.
Le grandissime sofferenze dell’ultima trasferta in Puglia sono state in questo senso una lezione e la squadra ha capito che lo scudetto è ancora tutto da conquistare. Ecco perché è soprattutto l’euforia che circonda il Napoli a preoccupare Conte, rassicurato viceversa dalla confortante concentrazione che regna nello spogliatoio azzurro. I giocatori sono consapevoli di dover stringere i denti ancora per un po’ e un altro sgradito campanello d’allarme è arrivato ieri pomeriggio anche dall’emergenza, che proprio non vuole smetterla di tormentare la capolista. È infatti ko Stanislav Lobotka, che si è sottoposto a esami strumentali alla ripresa della preparazione e dovrà stare per qualche giorno a riposo per un trauma contusivo-distorsivo alla caviglia. Le speranza di recuperarlo per la sfida di domenica con il Genoa sono minime e servirà una ripresa lampo per permettere al regista slovacco di prendere posto (nella migliore delle ipotesi) in panchina. Il ruolo per fortuna è ben coperto dallo scozzese Billy Gilmour, pronto a riprendersi una maglia tra i titolari. Ma con Neres, Buongiorno e Juan Jesus già indisponibili si tratta comunque di un altro contrattempo fastidioso, per un organico già ridotto.
Conte è arrivato alla volata finale con gli uomini contati, ma anche con la convinzione di poter disporre di un gruppo che è cresciuto e si sta esaltando proprio nelle difficoltà, che per il Napoli sono aumentate a dismisura dalla chiusura del mercato invernale in poi. Mandare in campo una formazione competitiva è da tre mesi e mezzo un rebus che ha costretto a parecchie notti insonne l’allenatore leccese, bravissimo a non mollare mai la presa e a trasmettere agli azzurri la sua straordinaria resilienza. Ma ormai manca poco al traguardo e nel bunker di Castel Volturno c’è spazio solo per un’ossessione: la conquista dello scudetto. Il futuro può attendere al suo ritorno in città Aurelio De Laurentiis incontrerà soltanto il sindaco Gaetano Manfredi, per la questione stadio. Non il tecnico. Squadra e tifosi pensano esclusivamente al Genoa: domenica sera il Maradona dovrà essere una bolgia.